“Il percorso della Mezza Maratona della Concordia è unico al mondo. Si corre lungo la storia, costeggiando i meravigliosi templi della nostra valle. Il Tempio della Concordia ricorda il Partenone. Un filo conduttore tra Agrigento ed Atene, culla della civiltà, ma anche luogo dove si è corsa la prima maratona della storia”. L’emozione traspare chiara nel tono della voce di Lillo Inguanta, vice presidente del GS Valle Dei Templi di Agrigento, raggiunto da Sportface.it per parlare della 16^ edizione della Mezza Maratona della Concordia – Città di Agrigento, in programma il 3 marzo prossimo.
Podista dal 2005 (“Ricordo che ho iniziato per smaltire qualche kg di troppo, condizione comune a molti. Non ho più smesso. Ho partecipato a tutte le maggiori maratone italiane ed europee, oltre alla maratona di New York. Ogni gara ha il suo fascino e ne conservo un ricordo particolare: forse Berlino 2010, dove ho ottenuto il mio personale di 2h56’28’’, rappresenta il momento più bello, anche perché si corse in condizioni proibitive, sotto una pioggia torrenziale che durò per giorni. Una vera e propria esperienza di vita”), Inguanta è appena tornato dalla mezza maratona di Barcellona (“Ho chiuso in 1h24’, sono contento”) e sta partecipando attivamente alle fasi di preparazione della Mezza Maratona della Concordia
Lillo parlaci di questa gara.
La Mezza Maratona della Concordia è indubbiamente la 21km più partecipata della Sicilia, con un numero di iscritti che supera le 1.300 unità. Forse solo l’evento di Palermo fa registrare numeri maggiori nella nostra Regione, ma in quel caso, oltre alla mezza, si corre anche la maratona.
La Mezza Maratona della Concordia è davvero una gara unica al mondo?
Io credo di si, proprio come la Valle dei Templi è un posto unico, quasi magico direi. Questa gara è un viaggio attraverso la storia.
Descrivici il percorso.
Impegnativo ma affascinante. Si parte dal lungomare di Agrigento, Lungomare San Leone, e si percorrono alcuni km in pianura, per poi iniziare l’ascesa verso l’area dei templi. Qui si corre attraverso la zona archeologica, costeggiando tra l’altro il Tempio della Concordia. Uno scenario mozzafiato, che precede il ritorno verso il mare per la parte finale della competizione.
Nonostante le asperità, il record della gara è di circa 1h10’
Si, vero. Il tracciato non è piatto, ma si riesce comunque a correre forte. Su questo punto ci tengo però a fare un commento.
Prego.
La nostra è una gara ad organizzazione quasi famigliare. Non abbiamo la possibilità di offrire ingaggi allettanti ai top runner per venire ad Agrigento. Ci sforziamo per mettere in piedi una manifestazione curata nei minimi dettagli, che possa soddisfare i podisti a tutti i livelli. I numeri degli iscritti sembrano premiare questa politica.
Una gara a misura di podista, quindi.
Si, esatto. Il GS Valle dei Templi, fondato nel 2004, è uno dei gruppi podistici più grandi della Sicilia e può contare oltre 100 iscritti, a cui si aggiungono gli appassionati ed i volontari che gravitano intorno alle nostre manifestazioni ed allenamenti collettivi. Non ci limitiamo alla provincia di Agrigento, ma accogliamo a braccia aperte tutti quelli che condividono i nostri valori: la passione per lo sport, l’allenamento e la ricerca del proprio miglior risultato, in maniera onesta. La Mezza della Concordia, nella sua organizzazione, rispecchia questo approccio.
La Mezza della Concordia è prova valida per il Gran Prix regionale di Mezza Maratona.
E’ un format particolare, quasi un’esclusività siciliana. E’ composto da otto mezze maratone che si disputano nella Regione durante l’anno solare: oltre alla nostra vi sono le manifestazioni svolte a Sant’Agata di Militello (Messina), Pergusa (Enna), Marsala (Trapani), Cefalù (Palermo), Gela (Caltanissetta), Riposto (Catania) e Ribbera (Agrigento). Tutte queste gare sono omologate FIDAL e rispondono a standard organizzativi elevati al medesimo costo di iscrizione. Le premiazioni, assolute e di categoria, avvengono ad Enna, proprio nel centro geografico della Regione.
Tante mezze maratone, ma non una 42km di richiamo nazionale, eppure le sedi non mancherebbero.
Vero. Abbiamo qualche maratona. Ragusa ha un percorso molto particolare, suggestivo ma non proprio da tempo. Palermo è la più partecipata, ma non si riesce ad andare oltre i 500-600 iscritti, numeri molto piccoli se paragonati a quelli di altre realtà italiane, ma soprattutto straniere
Come sta, in generale, il movimento del running siciliano?
Come nel resto d’Italia, in crisi. Aumentano le gare, ma diminuiscono i partecipanti e la qualità, per lo più, si abbassa.
Un giudizio molto netto.
Inutile girarci intorno. L’atletica italiana soffre e il podismo non è da meno. Il fallimento del nostro sistema parte da lontano. Nelle scuole l’educazione fisica è spesso vista come qualcosa di superfluo. Se le istituzioni stesse non promuovono lo sport, è difficile che a livello amatoriale si possano cambiare le cose. La FIDAL in questi anni ha fatto poco, l’introduzione della RUNCARD non ha portato a risultati significativi. Basta guardare i dati delle maratone del 2018: mentre tutte le maggiori 42km europee e mondiali crescono, in Italia, salvo rare eccezioni, abbiamo una flessione del numero dei partecipanti
A proposito di maratona, qualche settimana fa, un tuo post su facebook in cui mettevi in discussione l’adozione dei pacer per le 7h alla Maratona di Roma, ha fatto molto discutere.
“Discutere” mi sembra un termine riduttivo (ride, ndr). Molte persone, a seguito di quel post, hanno annunciato che avrebbero disertato la Mezza della Concordia ed ho persino ricevuto minacce personali in privato.
Addirittura? Raccontaci come è andata.
Devo fare una premessa. Per me correre una maratona significa molto più che raggiungere un traguardo sportivo: è una vittoria personale, che lascia una traccia indelebile nel carattere della persona. I sacrifici in allenamento e la sofferenza in gara forgiano l’atleta. Nella maratona non esistono scorciatoie, non ci sono ricette magiche, o ci si allena seriamente per correrla, o si fallisce. Improvvisare una maratona e ridursi a camminare dopo 30km, magari con crampi o problemi di stomaco, non ha senso ed è anche molto pericoloso per la salute
Stai dicendo che correre una maratona non è per tutti?
Dico che avere un gran numero di appassionati è certamente un fatto positivo. E’ altresì innegabile che, soprattutto dopo l’avvento dei social network, molte persone si azzardino a partecipare alle maratone e, ancor peggio, alle ultra, senza essere minimamente preparate. Quanti podisti vediamo in evidente sovrappeso ai nastri di partenza di una maratona? Magari sono persone che non hanno mai fatto una ripetuta in pista o una gara sui 5.000 metri, eppure si cimentano nella maratona o nella 100km del Passatore, forti del fatto che non ci sono “cancelli” intermedi che impongano un ritiro per motivi di sicurezza.
Quindi istituire pacemaker per chiudere la maratona in 7 ore non ha senso?
Non è questione di avere o non avere senso. Correre una maratona in 7 ore è pericoloso per la salute. Non lo dice Lillo Inguanta, lo dicono ad esempio autorevoli studi di Università americane, tra cui quella del Massachusetts: esporre un cuore non adeguatamente allenato ad uno sforzo così prolungato, aumenta in maniera pericolosa il livello di troponina cardiaca nel sangue. Tradotto significa elevato rischio d’infarto. Proprio a seguito di questi studi, la Maratona di Boston ha posto un tempo limite di 6 ore. Altre maratone si sono adeguate, a Valencia ad esempio esiste un tempo limite di 5h45’.
Faccio l’avvocato del diavolo: a New York il tempo limite è 8 ore.
La Maratona di New York è business, prima di tutto business. Qui stiamo parlando della Maratona di Roma, organizzata dalla FIDAL, cioè dalla Federazione di Atletica Leggera, non da un gruppo sportivo qualsiasi. Mi chiedo come non ci si scandalizzi. Non si può mettere a rischio la salute delle persone solo per avere un maggior numero di iscritti.
Visto il clamore che ha suscitato questa tua esternazione social, pubblicheresti di nuovo quel post?
Certamente si, anche mi spiace che qualcuno si sia offeso. La maratona è un’esperienza meravigliosa, ma bisogna essere preparati per correrla. Nel GS Valle dei Templi abbiamo un podista di 72 anni che più volte mi ha chiesto se non fosse il caso di provarci. Io l’ho sempre dirottato su distanze più consone alla sua età e sono orgoglioso di questa scelta. La salute viene prima di tutto.