Una carriera lunga quasi vent’anni che Stefano Baldini ha vissuto ai massimi livelli. Dall’incontro con il Prof. Gigliotti (“A tavola scherzavamo e litigavamo su tutto, ma quand’era il momento di lavorare, si faticava con serietà”) al ricordo del primo Oro Europeo di Budapest, il cui podio fu condiviso con Goffi e Modica (“Un’epoca straordinaria con molti atleti capaci di correre la maratona sotto le 2h10’. Allora, se correvi in 2h11’ rischiavi di restare fuori dalle convocazioni di un Europeo”), fino all’Oro olimpico di Atene (“Da un lato vorresti che gli ultimi metri non finissero mai, dall’altro vorresti solo tagliare il traguardo”) ed al primato personale di Londra.
Una lunga intervista in cui Baldini riflette sulla situazione attuale dell’atletica (“Abbiamo dei bravi giovani, uniamoci, non disperdiamo le energie”) ed individua anche i suoi possibili eredi (“Faniel è bravo, sono contento che sia stato lui a battere il mio record. Yeman Crippa mi piace moltissimo, in pista va più forte di quanto andassi io”).
