“La maratona è una corsa di 12 km e 195 metri, preceduta da un riscaldamento di 30km”. Questo è uno dei mantra del Professor Maurizio Di Pietro, laurea all’ISEF e Scienze Motorie all’Università Cattolica di Milano e Tecnico federale di atletica leggera, nonché preparatore fisico.
Una carriera da allenatore iniziata alla corte di Giorgio Rondelli, uno dei tecnici italiani più vincenti, accanto al quale ha potuto seguire atleti del calibro di Alberto Cova (campione europeo, mondiale e olimpico sui 10.000 metri) e Francesco Panetta (campione europeo e mondiale sui 3.000 siepi).
Un’esperienza che il Professor Di Pietro ha fatto confluire nel libro dal titolo “Raggiungi la tua miglior performance nella corsa” (Susil Edizioni) , presentato la scorsa settimana presso la sede del comune di Treville (Alessandria). Un evento, introdotto da Piero Coppo, sindaco di Treville, a cui hanno presenziato personaggi di prim’ordine dell’atletica italiana che, a vario titolo, hanno collaborato o collaborano con il Prof. Di Pietro.
Oltre al già citato Alberto Cova, sono intervenuti tra gli altri Fabio Caldiroli (podista con un personale di 2h15’ in maratona e 1h04’ in mezza), Eugenio Frangi (ex campione di cross ed attuale allenatore della 3 volte campionessa italiana di maratona Ivana Iozzia), Alessandro Gandellini (ex marciatore per 2 volte componente della spedizione olimpica azzurra), Gianni Crepaldi (ex siepista e già responsabile tecnico della FIDAL Piemonte, recentemente inserito nel team nazionale del Prof. La Torre, responsabile del mezzofondo), Elisa Stefani (campionessa italiana di maratona nel 2013 ed atleta attualmente allenata dal Prof. Di Pietro), Maurizio Fasano (Nutrizionista del Team Enervit) e Fulvio Massa (fisioterapista e collaboratore del team nazionale di corsa in montagna).
A margine dell’evento, il Professor Di Pietro ha risposto in esclusiva ad alcune domande di Sportface.it.
Professor Di Pietro, “Raggiungi la tua miglior performance nella corsa” un libro che raccoglie la sua enorme esperienza nel settore. Da dove nasce l’idea?
“Devo dire che gran parte del merito va a mia moglie Stella. Lo scorso gennaio, stavo riordinando un vecchio archivio dove conservavo ancora le schede di allenamento che si facevano svolgere alla Pro Patria di Milano, la società con cui ho gareggiato e mosso i primi passi da allenatore. Mentre rileggevo quegli appunti, Stella è entrata nel mio studio e, vedendo i raccoglitori sparsi ovunque, mi ha detto: “Perché non metti tutto insieme e scrivi un libro per condividere queste conoscenze?”. E’ nato tutto così. Per settimane, ogni giorno dalle 6 alle 8 del mattino, mi sono chiuso nel mio studio per riordinare i documenti e iniziare ad impostare il lavoro”.
Come è strutturato il libro?
“Voglio subito precisare che il libro non contiene tabelle o programmi di allenamento generici. I programmi vanno infatti costruiti sulla base di un’esigenza e di un obiettivo personale. Questo lavoro vuole essere un contenitore di suggerimenti per aiutare i neofiti ad avvicinarsi al podismo in maniera corretta e chi già corre a definire una strategia adeguata per ottenere i migliori risultati. E’ suddiviso in 4 sezioni”.
Che cosa racchiude ciascuna sezione?
“La prima parte è introduttiva. E’ la parte del libro che io definisco più passionale ed emozionale. Descrive il bello di far fatica, dell’uscire a correre e ad allenarsi senza essere pagati, ossia ciò che fa la quasi totalità degli amatori di questo sport. Ho riportato qui anche le testimonianze di grandi campioni, alcune dei quali sono anche intervenuti alla presentazione del libro. Nella seconda parte ho invece enunciato e spiegato quali siano in base alla mia esperienza le 11 regole per massimizzare la performance: tra le altre cose, spiego anche i principi ed i benefici dell’allenamento in altura”.
La terza parte?
“Nella terza parte vengono spiegati i principi per evitare gli infortuni e per una corretta fase di riatletizzazione post infortunio. E’ una sezione particolarmente importante: nella mia esperienza ho visto che la corretta gestione del riscaldamento, dello stretching e del riposo riduce notevolmente l’incidenza degli infortuni. Allenandosi meglio, si possono anche aumentare i carichi di lavoro senza per questo incorrere in intoppi di carattere muscolare o articolare. Inoltre, un accenno importante viene fatto all’alimentazione, dove un principio fondamentale deve essere chiaro: alimentarsi correttamente può non migliorare la performance, ma certamente un’alimentazione scorretta porta ad un peggioramento della prestazione atletica”.
Nell’ultimo capitolo si parla invece di psicologia.
“Sì, lo ritengo un passaggio fondamentale. In queste pagine spiego come un atleta possa arrivare a vincere le proprie paure, creando una strategia vincente ed un adeguato percorso fisico, in grado di dare certezze alla sua mente prima ancora che al suo corpo”.
Professor Di Pietro, ancora un paio di domande. Che consigli si sente di dare a quelle persone che non hanno mai corso o lo hanno fatto in maniera saltuaria e decidono di avvicinarsi in maniera concreta alla corsa.
“La corsa è un gesto semplice, l’uomo è per natura portato a correre. Un gesto semplice che però è molto complesso da allenare. Bisogna innanzitutto avere in testa un obiettivo: come ama dire Alberto Cova, non tutti possono vincere la medaglia d’oro alle olimpiadi, ma tutti posso vincere la propria olimpiade personale, sia essa il miglioramento del personal best sui 5.000 , oppure il portare a termine una maratona stando bene. Per questo motivo, proprio per la difficoltà di allenare il gesto atletico in modo corretto, è fondamentale affidarsi a persone competenti e seguire un percorso di crescita mirato all’obiettivo. In mancanza di tutto ciò i risultati non arrivano, ci si demoralizza o peggio ancora ci si infortuna e, in qualche caso, si smette”.
Nel corso della presentazione del libro è intervenuta Elisa Stefani, un’atleta che Lei sta seguendo.
“Con Elisa esiste un progetto nato circa 15 mesi fa. Ci siamo messi in gioco entrambi. Elisa ha un personale in maratona di 2h37’ circa, è stata campionessa italiana di specialità nel 2013, poi ha avuto un periodo in cui si è un po’ allontanata dalle competizioni. Nel 2017 Elisa è tornata a correre in maratona, cogliendo dei piazzamenti di tutto riguardo sia a Milano in aprile che agli assoluti di Verona lo scorso novembre. Le ho regalato una t-shirt con la scritta ‘work in progress’. Il 2018 sarà un anno fondamentale per il nostro progetto tecnico”.
Concludiamo con una curiosità. Lei avuto modo di seguire tanti grandi campioni. Ci racconti un aneddoto.
“Un pomeriggio eravamo al campo di allenamento della Pro Patria. Giorgio Rondelli mi disse che aveva un impegno, per cui io avrei dovuto seguire l’allenamento di Alberto Cova. Il menù prevedeva un lavoro sui 20km. Escludendo che io potessi fare 20km di corsa al ritmo di Cova, decisi si seguirlo in bici: allora le mountain bike erano poco diffuse, così presi una graziella. Seguire Cova che si allenava, dovendo allo stesso tempo pedalare su una graziella ed annotare i tempi sul blocco degli appunti fu un’esperienza devastante, peggio di una gara (ride, ndr). E il bello fu che al termine dell’allenamento io ero distrutto, mentre Alberto era fresco come una rosa (ride, ndr)”.