
Franco Riccobello
Prima allenatore del Santa Lucia, squadra campione d’Italia nelle stagione sportive 1978/1979-1980/1981. Poi commissario tecnico della squadra nazionale FISHA/FISD (dal 1982 al 1996) e FISD/CIP (dal 1999 al 2004). Quindi segretario generale della neonata Federazione Italiana Nuoto Paralimpico (FINP) fino al 2022. Franco Riccobello vuole chiudere un cerchio: diventare presidente federale della FINP. A Lignano Sabbiadoro, quindi, il prossimo 14 marzo, correrà per la presidenza contro Federica Fornasiero.
Franco Riccobello, dove è arrivata la spinta alla candidatura?
Per me può essere il coronamento di un sogno. Ho iniziato a fare il tecnico, poi ho fatto il Ct fino al 2004 e ho iniziato la carriera da dirigente come segretario. Dalla gavetta all’apice: penso che la presidenza sia il coronamento del sogno della mia carriera. Il percorso della Federazione è stato importantissimo ed è stato svolto un grande lavoro di squadra. Adesso voglio portare le idee che ho maturato in questi anni.
Sedici ori, sei argenti, quindici bronzi a Parigi 2024. La FINP è una corazzata, dove si può fare meglio?
Dobbiamo cambiare un po’ il passo. Sono dieci anni che siamo sul tetto del mondo, credo che prima o poi ci sarà un cambio generazionale. Ed è normale, sono fasi fisiologiche: c’è la fase iniziale, poi il boom, quindi la fase calante. Dobbiamo pensare al futuro ed è fondamentale lavorare sul territorio, con le società e con i tecnici. Dobbiamo gestire questo ricambio per non rimanere spiazzati e per mantenere i risultati di questi anni. Credo molto nel settore giovanile e a mio avviso la promozione ci aiuterà. Sono sicuro che promozione sul territorio e alto livello siano due facce della stessa medaglia. Non dimentichiamo che i risultati li portano i tecnici e le società.
Che affrontano tante sfide
Le società oggi fanno tanta fatica. Cercheremo di portare avanti con gli enti locali un discorso di abbattimento dei costi. Questa è una cosa che intendo fare da subito, prendendo contatti con le società del territorio tenendo a mente che ogni regione ha le sue priorità. Sono tanti anni che vivo nel mondo del paralimpico, di esperienza ne ho ma è arrivato il momento di chiudere questa mia carriera con idee nuove. Voglio mettere a fuoco tutto quello che è stato fatto e quello che non è stato fatto.

Quale dovrebbe essere il rapporto tra Federazione e atleti?
Molte volte i ragazzi devono spostarsi da una città all’altra, bisogna trovare soluzioni che favoriscano l’attività. Inoltre ritengo fondamentale far sì che il campione formato da una piccola società possa rimanere in quella realtà per dare lustro alla Regione e al Comune. Questo è un aspetto importante. Capita infatti che il campione si sposti in una società più grande, ma questo scenario può creare una situazione di disagio nei confronti della società più piccola. Un atleta può portare nuova linfa anche dal punto di vista economico, in termini di contributi dall’ente locale.
Anche la collaborazione con la Fin può essere importante?
Deve essere importante. Penso che la collaborazione sia stata positiva finora e quindi la porteremo avanti. Ma non deve partire solo dall’alto, bensì deve iniziare dalla base.
Da qui a Los Angeles qual è il sogno in caso di elezione?
Vorrei vedere questa Federazione portare avanti i risultati eccezionali che ha raggiunto in questi anni. Ma voglio anche vedere un segno di unità: una Federazione che sia come una famiglia, dove tutti possano riconoscersi. Questa è la parte più importante. Una Federazione che abbracci tutti e che sia aperta a tutti.