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Flavio Cobolli è uno dei prospetti italiani che meglio si sono comportati nella stagione appena trascorsa. Il 2019 per il tennista capitolino è stato un anno ricco di esordi e di prime volte: dalle buone prove negli Slam Junior, passando per l’esordio in un torneo Challenger, fino ad arrivare alla prima finale da professionista nel 25.000 dollari di Santa Margherita di Pula. Classe 2002 e allievo di papà Stefano (ex 236 Atp nel 2003), Flavio in questa stagione ha inoltre disputato il massimo campionato nazionale difendendo i colori del Tc Parioli, quest’anno prematuramente uscito dalla lotta scudetto nella fase a gironi.
“È stato un anno molto intenso, sono felice di come mi sono comportato negli Slam Junior. Ho chiuso la stagione con le qualificazioni alle Next Gen ATP Finals grazie alla wild card che mi ha concesso la Federazione, poi ho disputato la Serie A anche se non è andata come speravamo. Mi alleno alla Rome Tennis Academy, circolo in cui mi trovo benissimo e dove si respira un clima che mi aiuta: per questo devo ringraziare mio padre, che mi aiuta e sostiene tutti i giorni”.
Attualmente Cobolli ricopre la 917esima posizione del ranking mondiale, grazie ai punti incamerati nei vari tornei Itf ai quali ha partecipato. La stagione che verrà sarà un viatico importante per consolidarsi a livello giovanile ed incamerare esperienza tra i più grandi, step fondamentale per trasformare un ottimo prospetto in un buon professionista. Su modelli da seguire e sogni nel cassetto, il giovane romano sembra avere le idee abbastanza chiare: “Adoro Rublev, mi impressiona il modo che ha di impattare la palla e l’intensità che mette quando colpisce, ha un atteggiamento in campo splendido. Penso sia il mio prototipo di giocatore. Giocare la Davis è un mio sogno, difendere i colori azzurri sarebbe un onore; so che c’è tempo per migliorare e per raggiungere quel livello, anche se sono consapevole che sarà difficilissimo”.