Giochi Olimpici invernali Pyeongchang 2018

INTERVISTA – Davide Ghiotto: “A PyeongChang per superare me stesso”

Davide Ghiotto
Davide Ghiotto - Foto Fisg

Voglio affrontare le Olimpiadi di PyeongChang nel migliore dei modi, voglio cercare di fare un buon risultato“. Davide Ghiotto si proietta già alle Olimpiadi Invernali. Lo skater vicentino classe 1993, detentore del primato italiano nel pattinaggio velocità (10.000 m), ha parlato ai microfoni di Sportface.it riguardo alla sua prossima avventura in Corea del Sud per i Giochi Olimpici di PyeongChang 2018. Emozioni, riflessioni e tanta soddisfazione per essersi qualificato tra i 12 migliori atleti al mondo nella sua categoria.

Ciao Davide, partiamo dalla domanda più curiosa riguardo la tua evoluzione sportiva. Nel 2014 sei passato dal pattinaggio su strada (a rotelle) al ghiaccio: perché questa decisione e cosa è cambiato nei tuoi allenamenti?
“La scelta è nata in primis per poter ricercare quella strada che tutti gli atleti cercano nella loro carriera sportiva: poter partecipare alle Olimpiadi. Su strada non abbiamo questa possibilità e quindi l’unico modo era quello di cambiare disciplina e passare al ghiaccio. Volevo provare nuove esperienze perché il pattinaggio a rotelle si corre in gruppo e ci possono essere vari fattori che possono influenzare la gara. Sul ghiaccio è una gara contro il tempo e contro il cronometro. Si cerca di superare sé stessi. Riguardo l’allenamento, la grande differenza fra i due sport sta nella tecnica. Mentre sulle rotelle ci si può permettere di avere qualche carenza tecnica e si può ‘non essere perfetti’, sul ghiaccio questo incide molto. Ci si può preparare tanto dal lato fisico, ma se non c’è tecnica diventa difficile”.

“Si cerca di superare sé stessi”, ciò che tu hai fatto a novembre in Norvegia. Hai abbattuto il tuo precedente record nei 10.000 metri di circa 8 secondi. Che emozioni si provano a detenere e confermare un record italiano?
“E’ scontato dire che l’emozione è positiva perché è un risultato che si cerca e quando arriva si è contenti. Quando riesci a fare una buona gara e realizzi un record, dal punto di vista personale significa che il lavoro fatto è stato positivo. Si è doppiamente felici perché si ripensa a tutte le fatiche precedenti. E’ sempre una ricerca del miglioramento, dalla tecnica alla preparazione. Quando il tempo ti dà ragione hai un’ulteriore conferma e ti senti sollevato. In quel momento ti dà la forza di gioire, ma subito si ricomincia a lavorare per tornare su quei livelli e superarli”.

Spostiamoci a PyeongChang 2018. Quali sono le prospettive personali?
“Sarà una nuova sfida e probabilmente l’emozione giocherà un ruolo importante: spero che questo sia un motivo di forza e non un fattore limitante. Riguardo il mio risultato, sinceramente sono felice di poter partecipare a queste Olimpiadi ed essermi qualificato perché c’erano solamente 12 posti a livello mondiale. Ora ci sono e so di aver lavorato bene per questa distanza. Non so se riuscirò a migliorarmi (rispetto a quanto fatto in Norvegia, ndr): spero e ci credo perché so che posso gareggiare su quei tempi lì. Cercherò di dare tutto me stesso”.

I primi tre nomi che ti vengono in mente se ti dico: “Podio a PyeongChang”.
“Sicuramente Nicola Tumolero. E’ mio compagno di squadra e sta andando forte. Diventerà un mio diretto avversario, lui mi spaventa più di tutti. Poi nella figura stiamo collezionando buoni risultati con Carolina Kostner, terza agli Europei. Anche Valentina Marchei sta ottenendo buoni risultati nel pattinaggio artistico e potrebbe ottenere un buon piazzamento. Ovviamente lo sci alpino sarà la punta di diamante del nostro sport italiano, hanno conquistato numerosi podi in Coppa del Mondo in questa stagione”.

Corea del Sud e Corea del Nord sotto la stessa bandiera, lo sport che messaggio regala al mondo?
“E’ una cosa positiva, sono contento. Spero che non sia solo momentanea, ma che possa essere un preludio ad un qualcosa di continuativo. Questo va a dimostrare che ci si riunisce nel nome dello sport e si fa gruppo. Tempo fa, ricordo, c’era il dubbio che i Giochi potessero essere spostati per questioni militari e per le tante problematiche fra le due nazioni. La rappresentanza coreana unita è invece una dimostrazione che anche loro sentono l’importanza delle Olimpiadi. Magari da questo ci potrà essere una specie di accordo o di tregua. Non dico che sia la soluzione più giusta, ma può essere un piccolo aiuto”.

Parliamo della Russia: gli atleti sentiranno il peso di gareggiare senza la bandiera e l’inno nazionale?
“Il rischio potrebbe essere questo però penso che per tutti gli atleti russi sia l’appuntamento più importante. Ci si prepara durante il quadriennio per presentarsi ai Giochi al top. Loro sentiranno comunque l’importanza della gara anche se ci potrebbe essere qualche difficoltà o un pizzico di nostalgia durante l’inno sul podio: vincere una medaglia e non sentire il proprio inno potrebbe essere un qualcosa di negativo. Gli atleti russi hanno comunque la fortuna di poter partecipare nonostante le problematiche e penso che daranno il 100% nonostante non rappresentino alcuna bandiera: hanno lavorato e ci terranno a fare risultato”.

Oltre al pattinaggio di velocità, quali sono le tue passioni sportive?
“Mi piace il ciclismo. Esco in bicicletta molto spesso e ho la fortuna di far coincidere questa cosa con il pattinaggio. Durante la preparazione estiva mi alleno molto in bicicletta. Esco spesso soprattutto la domenica, anche al di fuori degli allenamenti, per pura passione”.

Parlando di università (facoltà di filosofia a Trento), quanti esami ti mancano?
“Mancano ancora quattro esami. Ho rimandato tutto a dopo le Olimpiadi perché i nostri ritmi sono diversi rispetto a un normale studente universitario. I tempi per preparare un esame sono molto dilungati, poi purtroppo tra Coppa del Mondo e raduni sono sempre all’estero. E’ difficile sostenere un esame, c’è uno stress abbastanza elevato. Vado alle Olimpiadi, finisco la stagione e nei mesi successivi completerò anche la mia carriera universitaria”.

Ultima domanda, come trascorrerai questi ultimi giorni di preparazione?
“Come Nazionale Italiana partiremo domani e fino al primo febbraio staremo in Giappone dove inizieremo la nostra preparazione: ci alleneremo sul ghiaccio e sui pesi. Inizieremo dal Giappone per abituarci al fuso orario, poi quando arriverà febbraio ci trasferiremo e potremo allenarci sulla pista olimpica”.

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