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Darja Varfolomeev - Foto Daniela Porcelli Just Pictures / IPA
La prima prova del Campionato Nazionale di serie A di ginnastica ritmica, il Trofe San Carlo Veggy Good di scena al PalaTricalle di Chieti, ha visto brillare la Raffaello Motto Viareggio, che ha trionfato nella gara a squadre anche grazie al contributo della campionessa olimpica di Parigi 2024 Darja Varfolomeev. La ginnasta russa classe 2006, che gareggia per la Germania, ha permesso alla squadra toscana di vincere la prima gara della stagione con il punteggio complessivo di 110.484, dando il proprio apporto con lo splendido 31.200 alle clavette. In occasione della gara di Chieti noi di Sportface.it abbiamo intervistato Varfolomeev, e di seguito riportiamo le sue parole.
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Come ti descriveresti come persona?
“Penso di essere una persona molto felice. Se qualcosa non va come vorrei provo a cambiarla in senso positivo: penso che sia sempre possibile farlo. Anche a scuola, quando un compito va male cerco sempre di vedere il lato positivo di quello che ho fatto. Devo sempre cercare l’aspetto positivo, e non concentrarmi sulle cose negative. È un atteggiamento che mi fa andare avanti perché esprimo la mia felicità per le cose belle che riesco a fare“.
Qual è il tuo rapporto con la ginnastica ritmica?
“Il nostro è uno sport molto difficile, anche se quello che facciamo sembra sempre così facile, così esteticamente bello. Ma dal lato di una ginnasta è complicato, devi essere sempre molto concentrata su quello che stai facendo; se pensi a qualcos’altro il risultato non sarà quello che speravi. Quindi è molto importante essere sempre concentrate sull’esercizio“.
Come è nata la tua passione per la ritmica?
“Avevo undici anni e mia madre mi disse che dovevo andare avanti, che dovevo fare qualcosa che mi permettesse di arrivare fino ai giochi olimpici e provare a essere più forte. E credo che in quel momento, quando andai a vivere in Germania, ho detto a me stessa: “ok questo è il mio sport, lo amo e farò di tutto per arrivare alle Olimpiadi”“.
Ci descrivi la tua routine giornaliera?
“Prima delle Olimpiadi ho messo in pausa la scuola perché ero concentrata solo sullo sport, ma ora sono tornata a scuola per portare a termine l’ultimo anno. Quindi ora mi alleno dalle 7 di mattina fino alle 9.30: inizio con dello stretching di riscaldamento, poi passo agli esercizi veri e propri e agli attrezzi. Poi alle 9.30 vado a scuola, alle 13 mangio qualcosa e dalle 14 torno ad allenarmi fino più o meno alle 19.30-20. Diciamo che se è stata una buona giornata finisco alle 19.30, invece se finisco alle 20.30 qualcosa non è andato proprio come doveva“.
Com’è stato l’avvicinamento ai Giochi di Parigi 2024?
“Ci siamo preparate per le Olimpiadi per tanto tempo, pensavo continuamente “ok questo è l’anno dei Giochi, devo arrivare al massimo della forma”. Ho lavorato per affinare la mia routine fino all’ultimo giorno di gara. È stato fantastico ed è andato tutto bene: sono stata così felice perché abbiamo lavorato duramente ogni giorno per quel risultato. È stata una preparazione molto lunga, solo per quella gara, quindi credo che quello sia stato il giorno più emozionante della mia vita da atleta“.
Qual è il tuo approccio nella vita di tutti i giorni?
“Credo che la cosa più importante sia lavorare al 100% ogni giorno. Quando è una giornata no devi fare tutto il possibile per renderla una giornata positiva. Potrai essere frustrata, quindi bisogna concentrarsi sugli attrezzi e credere in sé stessi perché tutto è possibile: è quello che mi ripeto ogni giorno quando le cose non vanno bene“.
Che consiglio dai a chi fa questo sport?
“Non parlare troppo con le altre ragazze, non è la cosa migliore per la gara. E bisogna sempre credere in sé stessi. Quando si avvicinano gare importanti bisogna lavorare ancora più duramente, e solo a quel punto le cose andranno per il verso giusto“