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Una nuova sessione estiva di calciomercato è appena iniziata. Alcuni affari sono già in dirittura d’arrivo e i primi contratti vengono firmati e depositati. Quest’anno vi è una novità sostanziale che molto probabilmente cambierà le carte in tavola: il decreto crescita. Di cosa si tratta? Chi potrà usufruirne? Quanto risparmieranno le società? Lo abbiamo chiesto a Michele Damiani, redattore della pagina ‘diritto e sport’ di Italia Oggi ed esperto in materia.
Che cos’è il decreto crescita?
“Il decreto crescita è un provvedimento approvato dal governo con l’obiettivo di stimolare la crescita del paese. All’interno c’è un po’ di tutto: molto fisco (ad esempio la proroga dei versamenti o alcune misure di semplificazione, l’estensione di alcune agevolazioni e la rimodulazione di alcune tipologie di imposte). Il passaggio in Parlamento lo ha cambiato parecchio, ma rimane su questa falsariga. La prima versione è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 30 aprile. La seconda (quella ufficiale) il 29 giugno, quindi l’entrata in vigore sarà il 14 luglio (15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta)”.
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Quali saranno le conseguenze nel mondo del calcio?
“L’articolo 5 del decreto (rientro dei cervelli) introduce lo sgravio fiscale. L’agevolazione è rivolta a tutti gli sportivi che non sono stati residenti in Italia negli ultimi due anni e che entrano/tornano in Italia per starci almeno due anni. In pratica le tasse si calcoleranno sul 50% dei guadagni percepiti dal calciatore. Quindi se un soggetto guadagna 10 milioni lordi, per definire la base imponibile si parte da un guadagno di 5 milioni. In più agli sportivi sarà richiesto un contributo di solidarietà dello 0,5% dell’imponibile che andrà a sostenere un fondo per lo sviluppo dei settori giovanili”.
Facciamo un esempio pratico: prendiamo in considerazione un calciatore che arrivi a giocare in Italia, per la prima volta, firmando un contratto da 5 milioni netti a stagione. Di solito si fa un calcolo arrotondando in maniera imprecisa il lordo a 10 milioni. Cosa cambia con il decreto crescita?
“Il calcolo ‘giornalistico’ è abbastanza semplice. È come se il calciatore in questione guadagnasse la metà e, su quella cifra, si applica l’aliquota (oltre al già citato 0,5% di contributo). Quindi, su un atleta che percepisce 5 milioni di euro netti all’anno, il lordo ammonterebbe a 7,5 e non a 10 milioni”.
Ha spiegato che il Parlamento ha cambiato più volte il decreto…
“Si. La vecchia norma prevedeva la riduzione del reddito del 70% (invece del 50%) e non prevedeva il contributo di solidarietà. Inoltre, nella vecchia norma c’era un ulteriore sgravio dovuto al bonus sud, ovvero una ulteriore riduzione del 10% per le regioni del Mezzogiorno. Per gli sportivi questa agevolazione è stata tolta. È pero importante sottolineare che, al momento, manca il decreto attuativo del Ministero che spiegherà meglio alcuni importanti dettagli. Come verrà applicata? Chi ne sarà esentato? Per il momento possiamo fare varie valutazioni, ma non ancora definitive”.
Il decreto crescita entrerà quindi in vigore il 14 luglio?
“Il decreto entrerà in vigore il 14 luglio, ma la disposizione sui calciatori sarà in vigore dal periodo di imposta successivo a quello di entrata in vigore della legge, quindi da gennaio 2020”.
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