Interviste Esclusive

ESCLUSIVA – Alberta Santuccio: “A Parigi senza ansie e con il portafortuna di sempre”

Gli inizi, il difficoltoso passaggio tra i “grandi” e la forza di ritrovarsi per togliersi soddisfazioni importanti: Alberta Santuccio si è raccontata a tutto tondo in un’intervista esclusiva rilasciata a Sportface.it a pochi mesi dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Cresciuta in una famiglia di sportivi, l’atleta siciliana ha iniziato con la danza ma “non faceva proprio al mio caso” e, dato che il fratello aveva iniziato a praticare scherma, “ho iniziato anche io a fare le prime lezioni, avevo 7 anni. È grazie a lui che ho iniziato a praticare scherma”. Alberta ha iniziato dal fioretto, come da prassi soprattutto anni fa, portando avanti sia spada che fioretto fino all’età di 12 anni. “Facevo entrambe le gare e devo dire che anche nel fioretto me la cavavo abbastanza bene. In realtà, quello che mi ha fatto propendere più verso la spada, è stato il fatto che di spada spesso e volentieri arrivavo prima, di fioretto arrivavo seconda perché Francesca Palumbo era un po’ la mia bestia nera dei tempi”, scherza Alberta, sottolineando come l’arma prevalente nella palestra possa influenzare la scelta.

Un po’ per talento e un po’ per l’allenamento, fin da piccola mi sono tolta tantissime soddisfazioni, fino alle categorie Cadetti e Giovani – racconta Alberta –. Poi è abbastanza fisiologico un po’ un calo nel passaggio alla categoria Assoluti: è proprio un altro mondo. Ti rendi conto che questa inizia veramente ad essere la tua vita e ti ritrovi in un mondo adulto che sei ancora “bambina”, perché hai 18 anni e ti confronti con gente che ha 30-35 anni”. Difficoltà naturali dunque nel passaggio “tra i grandi”, soprattutto nella spada, “l’arma più riflessiva e di esperienza dove tendenzialmente l’apice della carriera arriva a 30-32 anni”. Ritrovarsi però non è scontato: “Fortunatamente con l’aiuto dello psicologo del sport, mi sono ritrovata e soprattutto ho ritrovato la fiducia in me stessa, che ovviamente in quei momenti viene un po’ a mancare. E una volta che ho riacquisito la fiducia, ho creduto in quello che è il mio potenziale e piano piano ho ricominciato a vedere un po’ di luce. Infatti, poi sono iniziati ad arrivare anche risultati a livello assoluto”.

Alberta Santuccio – Foto Augusto Bizzi/Federscherma

GLI STUDI COME SALVEZZA

Nel ritrovare la fiducia in sé stessa hanno contribuito anche gli studi: “Mi trovavo in un periodo della mia carriera in cui non riuscivo ad avere le soddisfazioni che volevo, ti alleni dalla mattina alla sera e ti inizi a chiedere: “Perché i risultati non arrivano? Cosa c’è che non va in me?”. Invece a volte basta un attimo rallentare la presa a livello sportivo e concentrarsi su altro, che nel mio caso è stato lo studio. È stata la mia salvezza perché mi ha distratto un attimino dallo sport, mi sono presa le mie soddisfazioni nello studio e quindi ho ripreso anche fiducia in me stessa. Molte volte purtroppo da atleta mi sono trovata a pensare che fossi una fallita perché non arrivavano i risultati sperati, invece ti rendi conto che basta sistemare alcune cose nella propria vita che poi di conseguenza arrivano anche i risultati nello sport”.

Conciliare studio e lavoro non è banale, ma in questo senso un esempio eccellente è il fiorettista Daniele Garozzo, oro individuale a Rio 2016 e argento a Tokyo 2020, costretto a ritirarsi a causa di problemi cardiaci. Alberta conosce Daniele fin da quando erano piccolini perché “lui è di Acireale e ha iniziato lì con il maestro Mimmo Pazzi, come me, e per alcuni anni ci siamo trovati nella stessa palestra. Dani è sempre stato un riferimento, ho sempre visto la sua determinazione nell’approcciarsi allo sport e alle difficoltà. Anche quando ho iniziato a studiare è stato per me un esempio perché all’inizio magari hai paura di non farcela, però mi sono detta: “Se un Daniele riesce a fare Medicina e riesce comunque ad essere un campione anche nello sport, vuol dire che con sacrificio si può fare””. Il suo ritiro forzato è stato “una bruttissima notizia. Mi auguravo che lui potesse fare queste ultime Olimpiadi e concludere la sua carriera per come avrebbe voluto. Dall’altra parte penso che l’aver studiato sia stata una salvezza. Quindi io mi ritrovo a dire, soprattutto ai giovani, di non abbandonare gli studi perché purtroppo gli imprevisti della vita non si possono mai sapere ed è importante portare avanti parallelamente un percorso di studi. Infatti, penso che lui abbia accettato un po’ di più questo stop, aiutato dal fatto che aveva già un altro percorso molto avviato”.

Lo studio può essere un aiuto anche per il dopo-scherma: “Ho 30 anni e non dico che smetterò, però non sono lontanissima dalla fine della mia carriera, quindi ci penso assolutamente. Aver preso una laurea triennale in Psicologia è sicuramente un punto di partenza, ma non voglio fermarmi negli studi”. L’idea è di conseguire anche una laurea magistrale, magari “qualcosa legato alla Criminologia che potrebbe mettermi di rimanere all’interno della Polizia e lavorare con gli studi fatti”. Anche se, racconta Alberta, mi piacerebbe tantissimo organizzare eventi: giù in Sicilia abbiamo una location che organizza matrimoni e questo è un mio sogno nel cassetto, che però se un giorno tornerò in Sicilia a vivere sarà più fattibile da portare avanti”.

Alberta Santuccio – Foto Augusto Bizzi/Federscherma

DOPO TOKYO LA SVOLTA

Ritrovare la fiducia in sé stessi, dicevamo. Lo scatto a livello psicologico Alberta lo ha sentito all’ultima Olimpiade, dove ha conquistato uno splendido bronzo con la squadra: “Penso di essere decisamente cambiata dopo l’Olimpiade di Tokyo. Ho iniziato la stagione dopo con un approccio ed una consapevolezza diversi. E infatti sono arrivati poi vittorie e podi in Coppa del Mondo, fino ad arrivare a Milano, dove mi sono presa l’argento al Mondiale”. Una medaglia individuale iridata davanti al proprio pubblico ha un sapore veramente speciale perché “vincere una medaglia al Mondiale è sicuramente una gioia, ma farlo in casa è stato ancora più bello: c’era un sacco di tifo, erano venuti amici e parenti a vedermi. All’inizio sentivo un po’ questa responsabilità che le cose non potevano andare male con tutta la gente che c’era, poi invece è stata la spinta che mi ha aiutato anche a prendere questa medaglia”. I Mondiali di Milano 2023 sono stati un po’ un banco di prova per Parigi proprio perché “non siamo abituati noi della scherma ad avere tutte queste persone che ti vengono a vedere”. Il tifo a Parigi non sarà totalmente a favore, ma “ci saranno tantissimi italiani e la famiglia, che mi ha sempre sostenuto, in questa bellissima esperienza non poteva mancare. Quindi verranno mia madre, mio padre, mia nonna, il mio compagno e la famiglia del mio compagno: qualche sostenitore ce l’ho” spiega Alberta sorridendo.

D’altronde, anche se Alberta ha esordito a Tokyo 2020, Parigi “è come se fosse una prima vera Olimpiade, penso che riusciremo veramente a godere appieno di quello che è lo spirito olimpico ed il calore delle persone”. L’avvicinamento a Tokyo 2020 si è svolto, infatti, in un clima di totale incertezza: “Fino all’ultimo non sapevamo se saremmo partiti o meno, è stato pesante. Però nel momento in cui siamo partiti ho cercato di godermi a pieno questa esperienza, per quello che era possibile: i controlli erano veramente tanti e non avevamo mai un momento di stacco perché non potevamo uscire, non potevamo andare da nessuna parte. In realtà quell’Olimpiade avremmo potuto farla in qualsiasi parte del mondo, è stato un grande dispiacere non poter visitare il Giappone”. “Una cosa che mi ricordo particolarmente, che mi ha fatto impressione, è stato il silenzio. Ricordo che nel momento in cui tiravo riuscivo a sentire i giornalisti che commentavano. Anche quando abbiamo fatto la Cerimonia di Apertura: entri nello stadio e ti aspetti il boato del pubblico, invece noi siamo entrati nello stadio e abbiamo fatto un po’ festa, ma poi ti dicevi: “Ma per chi la sto facendo? Non c’è nessuno!”. Era strano”.

Alberta Santuccio con l’allenatore – Foto Augusto Bizzi/Federscherma

Quel boato durante la sfilata nella Cerimonia di Apertura, per la verità, Alberta non lo vivrà nemmeno a Parigi perché la gara di spada è in programma il giorno successivo e la Cerimonia “è bellissima ma anche stancante: stai tutto il giorno in piedi, sai quando parti ma non sai quando torni… Ci sono altre priorità”. E le aspettative non mancano, visti i recenti risultati, “però sto cercando comunque di affrontare questa Olimpiade, per quanto possibile, senza angosce. È ovvio che da atleta vai lì per un motivo, che non è partecipare, però allo stesso tempo mi sono resa conto che veramente a volte volere è potere”. Come nella gara a Fujairah, negli Emirati Arabi, dove Alberta ha conquistato un terzo posto individuale: “Il giorno prima mi ero detta che avrei voluto la medaglia perché era l’ultima in stagione di Coppa del Mondo e l’anno prossimo mi prenderò un po’ una pausa, quindi volevo veramente questa medaglia e la medaglia l’ho ottenuta”. Motivo per cui Alberta vuole andare a Parigi e divertirsi, senza “avere troppe ansie perché quelle ti schiacciano e non ti fanno poi esprimere al meglio la tua scherma”.

Le ambizioni ci sono anche con la squadra: “Ovviamente anche se non ce lo diciamo, lo sappiamo tutte qual è il nostro obiettivo. Abbiamo vinto l’argento al Mondiale (di Milano 2023, ndr) e comunque ci dicevamo “Sappiamo dove dobbiamo andare a prenderci la medaglia”. Siamo una squadra abbastanza unita nonostante sia cambiata di recente (con Giulia Rizzi al posto di Federica Isola, ndr), però abbiamo trovato immediatamente la giusta sintonia per prenderci le nostre medaglie. Nelle ultime tre gare abbiamo conquistato due vittorie ed un secondo posto quindi sicuramente arriviamo con grandi aspettative, però questo non deve assolutamente farci sottovalutare le altre squadre. Sappiamo che abbiamo fatto un bel lavoro con i maestri ed il Ct Dario Chiadò, adesso tocca andarci a prendere ciò che ci meritiamo e per cui abbiamo lavorato tutto questo tempo”.

LA SCARAMANZIA E LA PASSIONE PER I VIAGGI

Di risultati però meglio non parlare troppo perché Alberta è “una delle persone più scaramantiche della spada”. “Da brava siciliana ho un sacco di scaramanzie: ho la mia maglietta, le mie mutande, faccio dei gesti prima di salire in pedana, ho il mio pupazzo fortunato – spiega Alberta –. Ho questo Winnie The Pooh che da quando ho 10 anni sta a fondo pedana”. Scaramanzia che ha contagiato anche il suo maestro Daniele Pantoni: “Era uno poco scaramantico, ma a furia di stare con me ormai sa cosa deve fare, io non dico più niente. Come si suol dire “A stare con lo zoppo si impara a zoppicare””. Abitudini scaramantiche di cui però non bisogna diventare schiavi: “Prima ero molto più rigida, poi sono arrivata a capire che posso anche non averle, sono cresciuta anche in questo”.

Alberta Santuccio – Foto Bizzi/Federscherma

Prima di Parigi c’è un altro appuntamento importante, l’Europeo di Basilea, che però diventa una tappa di passaggio verso le Olimpiadi: “Mentre gli altri anni è sicuramente una gara obiettivo, questo europeo per me è più una gara a sensazione, cioè voglio fare queste gare e terminarle con delle buone sensazioni. In questo momento è molto meglio sentirsi bene con sé stessi, piuttosto che pensare per forza al risultato per arrivare all’Olimpiade. Poi comunque l’Olimpiade è una gara a sé, dove a volte non vince il più forte ma quello che quel giorno ha tutti i tasselli messi in ordine perché si sente bene. La spada a volte è anche un po’ “infame”, non è sempre meritocratica. Però per me è importante svegliarmi e sentirmi bene psicologicamente, perché se mi sento bene psicologicamente, poi tutto il resto viene”.

Se invece avesse qualche ora libera, Alberta vorrebbe andare a vedere qualche gara in piscina: “Mi affascina tantissimo il nuoto sincronizzato. Sembra quasi che non facciano fatica invece anche loro dietro hanno un lavoro impressionante e poi è uno sport elegante, elegante come la scherma”. Nel poco tempo libero a casa, invece, la spadista del Gruppo Sportivo Fiamme Oro ama viaggiare: “Mi piace tantissimo scoprire nuovi posti, dall’Italia al resto del mondo”. E dopo le Olimpiadi di Parigi c’è un viaggio speciale in programma: “La Luna di Miele: un fantastico giro dell’Australia con una sosta alle Fiji e qualche giorno a Singapore. Questo è il prossimo viaggio che abbiamo in mente. Poi sicuramente questa estate nessuno mi toglierà qualche giorno alle Eolie e il resto del tempo voglio godermelo in famiglia, sia perché ho diversi preparativi per il matrimonio, sia perché ho proprio bisogno dopo quest’anno di stare un po’ in famiglia”.

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