Per oltre vent’anni, i quarti di finale di Wimbledon sono rimasti un tabù per i tennisti italiani. Dopo Sanguinetti nel 1998, il primo a riuscirci fu infatti Berrettini nel 2021. Appena tre anni dopo, la situazione è cambiata radicalmente e l’Italtennis continua a scrivere pagine di storie. Dopo Jannik Sinner, e senza dimenticare Jasmine Paolini nel femminile, anche Lorenzo Musetti si è infatti guadagnato un posto nei quarti dello Slam londinese, entrando nella leggenda. È la prima volta infatti nell’era Open che l’Italia ha tre tennisti nei quarti a Wimbledon, mentre per l’ultima volta in un Major bisogna risalire al lontano Roland Garros 1948.
A completare l’en plein ci ha pensato appunto Musetti, bravissimo a disinnescare il bombardiere francese Mpetshi Perricard e a non abbattersi dopo aver perso il primo set. L’azzurro ha risposto benissimo, ha fatto giocare parecchie palle basse e scomode al rivale ed ha quasi sempre avuto la meglio quando lo scambio si allungava. Non sorprende pertanto che sia riuscito a prevalere in quattro set, ottenendo il risultato più prestigioso della sua carriera in uno Slam e ribadendo un clamoroso feeling con l’erba. 17-5 il bilancio negli ultimi due anni, con tutte le sconfitte arrivate contro top 15 o Berrettini. Il carrarino è certo di tornare in top 20 e può continuare a sognare visto che il suo quarto è quello orfano di uno dei tre alieni (Sinner, Alcaraz e Djokovic, allo stato attuale quasi impossibili da battere in questo torneo). E sulla sua strada non ci sarà neppure Alexander Zverev, quarta forza del seeding, sconfitto in cinque set da uno scatenato Taylor Fritz, capace di firmare una rimonta sensazionale.
Pur essendo un nome meno altisonante, lo statunitense non è da sottovalutare, anche perché è reduce dal titolo a Eastbourne e in striscia aperta di vittorie, ma Musetti se la potrà assolutamente giocare. L’ha peraltro già battuto quest’anno, seppur in condizioni diverse (sulla terra di Monte-Carlo), e possiede le armi per creargli dei problemi. Partirà favorito? No. Partirà spacciato? Neanche.
Molto più chiuso all’apparenza l’altro quarto di finale della parte bassa del tabellone, che vede di fronte Alex De Minaur e Novak Djokovic. L’australiano sta vivendo un momento di forma incredibile al punto da salire al numero 6 della Race, ma le sue condizioni fisiche sono un’incognita visto che sembra essersi fatto male proprio in occasione del match point contro Fils. A prescindere da ciò, per battere Djokovic – anzi per battere questo Djokovic – servirà una mezza impresa. Il serbo non sembra un 37enne che si è operato un mese fa e l’ha ribadito contro un deludente Rune, imponendosi in tre set netti. Paradossalmente, Nole ha speso più energie per dichiarare guerra al pubblico di Wimbledon, criticandolo per i fischi nei suoi confronti e augurandogli una “buuuuuuonanotte“, scimmiottando i presunti “buuuuuu” ricevuti. Se non si fosse capito, attenzione a Djokovic, anche in ottica titolo.
Per quanto riguarda il femminile, invece, spicca il successo di Barbora Krejcikova, che ha battuto Collins e raggiunto i quarti nell’unico Slam dove non c’era mai riuscita. Sfiderà Jelena “schiacciasassi” Ostapenko, che ha fatto un sol boccone anche di Putintseva ed è approdata ai quarti perdendo la bellezza di 15 game. Il tennis kazako si è potuto consolare con Elena Rybakina, che ha beneficiato del ritiro di una sfortunata Kalinskaya per andare ai quarti e salire al numero 2 della Race. Sfiderà la semifinalista dello scorso anno Elina Svitolina, che invece di festeggiare la vittoria è scoppiata in lacrime per la sua Ucraina, colpita da un attacco missilistico russo che ha causato decine di morti e centinaia di feriti.