È l’uomo del momento, Emanuele Giaccherini. Il suo gol ha, di fatto, regalato all’Italia i primi tre punti di questo Europeo e spento sul nascere le critiche piovute sulle spalle del giocatore nei giorni precedenti al match contro il Belgio. Una gioia, quella del day-after, che “Giac” può condividere con chi ha creduto sempre in lui: stiamo parlando di Furio Valcareggi, suo storico agente e figlio di Ferruccio, il ct che con l’Italia vinse l’Europeo del 1968. “Io conosco Emanuele da sempre, è stata un’emozione bellissima – ha spiegato Valcareggi in esclusiva ai microfoni di Sportface.it – per cui devo ringraziare il mio braccio destro, Giulio Marinelli, perché senza di lui non sarebbe stato possibile”.
Una soddisfazione meritata.
“Giocare in Nazionale, d’altra parte, vuol dire essere di un livello superiore: quel controllo, orientato e portato subito sull’altro piede, fa parte del repertorio di pochi. La forza di Giaccherini, poi, è quella di essere stato sempre sottovalutato e per questo succede puntualmente che si prende le sue rivincite, silenziose e senza troppi proclami. Se sta bene con la sua coscienza, Emanuele è felice”.
La risposta migliore a chi non lo considerava all’altezza…
“Ha sempre risposto con i fatti, Emanuele. Lo ha fatto vincendo un campionato di C quando nessuno lo voleva, ripetendosi in Serie B, col Cesena, salvandosi in A e vincendo due scudetti con la Juventus; è poi andato in Premier, ha firmato un contratto molto importante e si è rimesso in gioco a Bologna. Oggi disputa il suo secondo Europeo, con una finale nel palmarés ed un terzo posto in Confederations Cup. Il fatto che lo sottovalutino, insomma, non è un problema nostro: quando noi elenchiamo il nostro curriculum la gente sta’ zitta e sull’attenti”.
Adesso, però, guai a pensare un’Italia senza Giaccherini.
“Sai, la meritocrazia con Conte è la base assoluta per andare avanti. Se Emanuele dimostra di stare bene, da qui a tre giorni, non so… di certo lo speriamo, a noi va bene qualsiasi decisione del ct”.
Furio Valcareggi ha un motivo in più per sognare un altro Europeo vinto dall’Italia, vero?
“Sì, perché l’unico a riuscire nell’impresa fu il mio babbo, nel 1968. Io ci spero tanto, l’ho augurato a Prandelli nel 2012 e ci sono andato vicino perché si fermò in finale. Lo auguro ad Antonio Conte con tutto il cuore, affinché possa affiancare il nome del mio babbo: sono troppi anni che l’Italia non vince questa competizione e sarebbe per me una gioia immensa”.
Di mercato ne parliamo?
“Giaccherini ha un mercato che noi abbiamo stoppato, sia perché la Nazionale chiede concentrazione sia perché lo spazio materiale per altre cose, con una partita ogni tre giorni, non c’è. Io e Giulio parliamo ogni giorno con Emanuele ma di certo non andiamo a discutere di eventuali trattative, deve avere la testa all’Italia. Fiorentina e Torino? È una cosa vecchia, da parte nostra c’è la volontà di andare a parlare con qualsiasi società alla fine dell’Europeo. Egoisticamente è anche meglio, perché da questa competizione ci possiamo solo guadagnare: visto che siamo ricchi, questi giorni me li voglio godere così! (ride, ndr)».