E’ un campionato all’ombra della Madonnina quello che è filato via in questo girone di andata della stagione più anomala della nostra Serie A. L’inizio a settembre inoltrato che sa di anni ’90, ma non certo per scelta e piuttosto dovuto a quella pandemia che ha di fatto disegnato una linea tra quel che c’era prima e quello che ci sarà da adesso in avanti, e poi Inter e Milan entrambe competitive ad alti livelli. Non succedeva davvero da troppo tempo, il tutto favorito da una Juventus che ha deciso di affidarsi all’esordiente Pirlo che ha avuto – inutile negarlo – le proprie difficoltà.
Difficoltà che per la verità non hanno risparmiato nemmeno l’Inter, con Conte spesso sulla graticola per alcuni punti persi per strada e per la contemporanea e umiliante eliminazione in Champions. Tutto sommato, però, la corazzata nerazzurra ha tenuto botta e si è giocata con i cugini rossoneri il titolo di campioni d’Inverno. Ma a fregiarsi del riconoscimento virtuale è proprio il Milan, che al netto dei tantissimi rigori e dell’unico passo falso, quello contro la Juve, è apparsa fin qui la squadra più pronta e solida, capace di esaltare i propri singoli (Ibrahimovic seppur a mezzo servizio, Theo Hernandez scatenato, Kessie una certezza) e allo stesso tempo fare gruppo e sopperire anche alle assenze per Covid o infortuni di una rosa molto corta in alcuni reparti. Il tutto, nonostante il fresco ko con l’Atalanta che sembra quasi un incidente di percorso più che il segnale del declino, mentre il pareggio nerazzurro di Udine si può leggere in chiave stanchezza e campo pesante. Insomma, nel bilancio del girone non si può dare troppo peso alla diciannovesima.
Cosa ci consegna questo girone d’andata? In primis, un campionato più che mai aperto. Se le due milanesi stanno tentando la fuga, è per loro meriti ma anche per le difficoltà delle rivali che stanno andando un po’ a singhiozzo. Oltre alla Juventus, che potrebbe acquisire dalla vittoria della Supercoppa Italiana una nuova linfa per ribaltare il discorso scudetto (servirà però una rimonta importante e fin qui incompatibile col passo mostrato dai ragazzi di Pirlo), la sensazione è che anche Napoli e Roma, con i loro blackout improvvisi e le polemiche nei rispettivi ambienti, abbiano buttato un po’ via la possibilità di trovarsi a stretto contatto con la vetta dopo il giro di boa. La certezza, però, è che ci sono cinque mesi per sovvertire i pronostici o confermare quanto visto. E per una lotta, che finora, sembra tutta nelle mani di Milan e Inter.