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Un Torino glorioso ora sente odore di Champions League. Certo arrivare al quarto posto per i ragazzi di Mazzarri non sarà semplice ma con la vittoria di oggi per 2-0 contro il Milan, la classifica dice che i granata sono quinti, a due punti dalla Roma a quattro giornate dal termine della Serie A, in attesa di sapere quanto finirà Atalanta-Udinese domani. Quinti com’è la quinta sconfitta nelle ultime otto fra tutte le competizioni per il Diavolo, con Gattuso che ora vacilla più che mai, vedendo sullo sfondo il serio rischio di chiudere la stagione fuori dall’Europa.
Nel primo tempo allo stadio Grande Torino è andata in scena una partita tipicamente italiana, fra due squadre con le idee chiarissime su come difendersi e come attaccarsi – a viso aperto, ma anche con il preciso intento di non assumersi grossi rischi. Inizialmente è prevalsa l’intensità dei granata, pericolosi su palla inattiva e qualche errore qua e là di un Milan timido, sulla scia delle ultime prestazioni. I rossoneri però stavolta hanno saputo reagire e chiuso in crescendo i 45’ iniziali, coprendo meglio il campo e avvicinandosi con pericolosità sempre maggiore all’area di Sirigu. La gara sembrava seguire quindi un copione equilibrato, sempre sul filo del rasoio: ogni minima crepa ha rischiato di trasformarsi in voragine per molti minuti.
In un contesto molto disciplinato è stata appariscente la prestazione di Lucas Paquetá, al rientro in campo sicuramente con voglia ed iniziativa, ma poco sintonizzato sulle frequenze della partita e tutto sommato sconfitto nel duello con Rincòn. Discorso simile può essere fatto per Suso, spesso impreciso, anche quando il possesso dei suoi compagni è salito di livello e gli ha garantito rifornimenti. Entrambi i giocatori hanno rischiato l’espulsione (e successivamente sono stati sostituiti): il brasiliano nella prima frazione, dopo un pasticcio insieme a Donnarumma in disimpegno, ma soprattutto lo spagnolo nella ripresa, per una trattenuta da già ammonito ai danni di Izzo. In quest’ultima occasione è arrivato l’allontanamento di Mazzarri, in una fase in cui la sfida si stava già incanalando in favore dei padroni di casa.
In avvio di ripresa il Toro ha caricato a testa bassa e gli ospiti non sono stati bravi a domarlo. Il baricentro dei piemontesi si è alzato parecchio e, con l’episodio del rigore, è arrivato un 1-0 complessivamente meritato. L’ingenua spinta di Kessié su – ancora – Izzo ha dato a Belotti l’occasione di firmare il tredicesimo gol stagionale. Messo alle strette ed in difficoltà dai movimenti fra le linee di un propositivo Berenguer, il Diavolo ha nuovamente reagito e sfiorato il pari con una girata di testa di Bakayoko, che ha colto la traversa. La Dea bendata questa volta ha sfavorito il Milan, che di lì a pochi minuti ha subito anche il 2-0 grazie ad una splendida giocata del già citato Berenguer, sicuramente MVP.
Sembrava finita ma non era finita, perché c’è stato il tempo di un finale improntato ancora sulla superiorità del Torino. E così un galvanizzato Belotti ha lottato su ogni pallone, facendo innervosire parecchio Romagnoli – poi espulso per un sarcastico applauso all’arbitro. Per il resto, Nkoulou e co. hanno chiuso la porta quelle poche volte che gli avversari hanno provato ad aprirla, annullando i tentativi del neo-entrato Piątek e di Cutrone (comunque uno dei migliori fra i rossoneri). Certo gli episodi non hanno aiutato il Milan, ma dire che oggi la fazione in trasferta abbia meritato di raccogliere qualcosa in più di zero punti sarebbe una grossa baggianata, aldilà dei pericoli creati nell’ultimo quarto d’ora. Ora per il quarto posto si fa durissima.