“Apprezzo la medaglia molto di più oggi rispetto ai giorni di Rio de Janeiro. Ora mi rendo davvero conto di ciò che ho fatto”. A due mesi dall’oro olimpico nello skeet, Gabriele Rossetti torna a parlare in esclusiva a Sportface.it, dopo il sesto posto nella finale di Coppa del Mondo a Roma, vinta dal russo Nikolay Teplyy. “La prima immagine che mi torna alla mente pensando a Rio 2016 è grande, complessa, bellissima, piena di colori così com’è l’Olimpiade. Ho un flash di tutto il mondo olimpico che è straordinario, dal villaggio olimpico, alla gara. Tutto l’ambiente era straordinario. L’oro ovviamente è stato un sogno, ma anche tutto il resto ha rappresentato una grandissima esperienza”.
Oggi, invece, com’è quest’oro?
“Lo apprezzo più di quanto l’ho apprezzato a Rio. Lì non mi sono reso conto di quello che ho fatto, oggi invece sì. Un’impresa incredibile e un sogno che ho realizzato. Ma solo oggi capisco realmente quello che ho fatto”.
Un po’ come è successo con Jessica Rossi: vincendo da giovane ci si aspetta sempre moltissimo. È un motivo di pressione per te?
“No, anzi. So benissimo che tutti si aspettano tanto dal campione olimpico.Ma è una cosa che mi stimola e mi piace, perché stanno parlando di me e questo significa che ciò che ho fatto fino a questo momento è positivo. Ho lavorato bene e sono cresciuto negli anni fino a diventare quello che sono. Sicuramente voglio continuare a migliorarmi e a ripetermi”.
Spesso i tiratori vengono fuori da famiglie dove c’è una grande tradizione in questo senso. Perché un ragazzo giovane, che non vive in un ambiente di questo tipo, dovrebbe avvicinarsi al mondo del tiro a volo? Lo consiglieresti e perché?
“Assolutamente sì. Sono molto vicino ai ragazzi giovani che si avvicinano a questo sport, perché i miei gestiscono un campo di tiro. E’ uno sport che bisogna provare perché da fuori forse non ci si rende conto di quello che è. E’ uno sport sano, non ci si infortuna mai, non ci sono problemi: è molto bello e lo consiglio. Poi, l’ambiente del tiro a volo è pulito e trasmette anche dei valori importanti, perché responsabilizza: avere un’arma in mano, anche se è solo uno strumento sportivo, responsabilizza chi la possiede”.
Un commento sulla vicenda Roma 2024. Tu saresti arrivato a giocarti l’Olimpiade in casa all’apice della tua carriera…
“Dispiace. L’Olimpiade è bella sempre, ma organizzarla in casa sarebbe stato bello. Peccato, anche se non ho seguito questa vicenda più di tanto. Prima dell’Olimpiade 2024 ci sarà Tokyo e io devo conquistarmi un posto. Detto questo, ho 21 anni: non è detto che da qui a fine carriera non ci sia la possibilità di giocare un’Olimpiade in casa!”.
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