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Appuntamento al Maracanà, dove il Boca Juniors solo poche settimane fa è caduto in finale di Libertadores per mano del Fluminense di Diniz. Stavolta il Ct ad interim della Selecao torna nello stadio dei sogni per sgambettare anche l’Argentina, nel match di qualificazioni ai Mondiali del 2026, che mette di fronte due nazionali reduce da una sconfitta pesante sul campo, ma anche sull’orgoglio. L’Argentina capolista ha perso 2-0 contro l’Uruguay in quella che è stata la prima sconfitta della Scaloneta dal post Qatar, in un match ruvido, nervoso, condizionato dalle provocazioni degli ospiti, nelle quali Messi e compagni sono caduti con tutte le scarpe. Alla Bombonera Scaloni ha colto un segnale d’allarme e adesso contro il Brasile sono attesi cambi di formazione. Ma soprattutto il Ct dell’Albiceleste aspetta gol dai suoi attaccanti. Né Lautaro, né Julian Alvarez hanno trovato la via della rete in nazionale nel 2023. Un digiuno che preoccupa i tifosi, ma non il Ct che dovrà scegliere uno dei due. L’interista parte favorito, ma la staffetta a gara in corso è annunciata.
Non ha di questi problemi Diniz, chiamato ad evitare la crisi di risultati di un Brasile che ha perso le ultime due gare e che ora è scivolato al quinto posto, con soli due punti di vantaggio dalla zona degli esclusi. L’allarme è grande e il principale fuoriclasse della Selecao, Vinicius, è indisponibile (oltre al lungodegente Neymar). Le scelte sono quasi obbligate e la curiosità riguarda Endrick, la stellina del Palmeiras (ma già in orbita Real Madrid). Può essere un 17enne la chiave del Brasile per un match che può valere il futuro? Diniz ci pensa. Lui ha le idee chiare: “Rispetto Messi. È un giocatore fenomenale, il migliore al mondo anche quest’anno e voglio solo godermi il momento di giocare contro di lui nello stesso stadio”. Poi però Endrick precisa: “Per me Pelé è il re. Non c’è nessuno che si avvicini a lui nella storia”. Come O’Rey e Ronaldo, anche lui ha ricevuto la convocazione della nazionale maggiore da minorenne. E come Pelè, potrebbe segnare il suo primo gol verdeoro contro l’Argentina. Chissà se la cabala spaventa Scaloni più del digiuno di gol dei suoi bomber.
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