I mondiali di Sankt Moritz hanno appena preso il via. Questi sono giorni di preparazione in cui i nostri atleti scaldano i motori e raccolgono un po’ le idee in vista della loro gara nel grande evento. Obiettivi: centrare una medaglia. I mondiali sono una gara secca, o la va o la spacca, quindi bisogna essere in grado di tirare fuori il massimo che si ha dentro proprio in quel minuto di gara. In questo clima teso ma sereno la gentilissima Elena Curtoni ha acconsentito a rilasciarci un’intervista per raccontarci un po’ qualcosa di lei: della sua stagione, dei suoi obiettivi, dei suoi gusti ma soprattutto delle sue motivazioni in vista di questo grande evento, che nella sua prima gara potrebbe vedere l’azzurra tra le protagoniste.
Ciao Elena, allora cominciamo con una domanda facile: ti senti pronta in vista dei Mondiali?
“Ciao, diciamo che sì mi sento pronta soprattutto in superG: la mia stagione è partita male ma poi è andata crescendo molto in fretta e sono riuscita a mantenere questa crescita nel corso della stagione. Penso di poter fare pure meglio. Sono consapevole del fatto che in questa disciplina posso essere vicina alle prime e magari anche giocarmi una medaglia al Mondiale”.
Cosa ne pensi del tracciato dei Mondiali, preferivi quello dell’anno scorso in cui correranno gli uomini?
“Beh la pista dell’anno scorso sicuramente mi è molto cara visto che ho centrato il mio primo podio in carriera, però in discesa, in superG è sempre un po’ diverso. In generale, la pista di St. Moritz mi piace e mi è sempre piaciuta, mi piacciono i suoi movimenti del terreno, i dossi e soprattutto la vicinanza a casa (ride). No dai, speriamo in una bella tracciatura che tra l’altro sarà del nostro allenatore (Gianluca Rulfi) e vediamo come va”.
Il superG si è rivelato ancora una volta la tua disciplina. La creazione della squadra polivalenti ha aiutato a migliorare la tua ambivalenza gigantista-discipline veloci?
“Beh il superG è la disciplina in cui mi trovo meglio, quella che mi viene molto più naturale tra le diverse discipline: “ce l’ho dentro, mi viene più facile”. Secondo me la squadra delle polivalenti ha aiutato soprattutto a livello logistico, dove siamo organizzate meglio rispetto all’anno scorso. Anche se va detto che è sempre difficile mettere in piedi trasferte di un mese: viaggiamo, giriamo, cambiamo hotel, siamo un po’ come delle palline da ping-pong e tutto questo è faticoso fisicamente ma avere un team che ti segue sempre sia dalla parte del gigante che nella velocità è un importantissimo punto di riferimento per noi atlete, soprattutto a livello mentale”.
Tema classifica di specialità: Dopo Gut e Weirather c’è spazio, hai pensato che potresti infilarti tu? Tra l’altro arriva una pista tecnica come Crans Montana dove potresti veramente lasciare il segno!
“No, non ci avevo pensato finché non ho cominciato a mettere giù questi ultimi risultati a ridosso delle prime. Non ci penso troppo, cerco di concentrarmi gara per gara sciando al meglio. So che potrei farcela ma io la vivo serenamente: se arriva il podio bene, se no… va bene uguale!”
Per quanto riguarda il tema piste molto caldo dopo il weekend di Cortina: che ne pensi di queste decisioni della FIS di “semplificare” i tracciati di gara, limando salti o “evitando” di correre annualmente su piste tanto tecniche (vedi La Thuile o Bad Kleinkircheim)?
“Allora per quanto riguarda la discesa di Cortina a me questa variante… è piaciuta! Non c’era più il Salto del Duca d’Aosta, che non era il massimo visto che si atterrava sempre sul piatto, è apparso invece un saltino poco prima della curva Delta che era un po’ più tecnico, da interpretare, che in realtà è l’unica parte veramente tecnica della pista. Ci voleva, visto che la discesa di Cortina è praticamente sempre uguale. Per quanto riguarda le piste tecniche inutile negare che a me piacciano molto: La Thuile mi è piaciuta tantissimo e anche Bad mi piace un sacco, secondo me dovrebbero crederci un po’ di più, soprattutto rendersi conto alla FIS che anche noi femmine sappiamo sciare e mostrare le nostri doti tecniche. Infatti a La Thuile l’anno scorso lo spettacolo non è mancato”.
Ti sei guadagnata di diritto la convocazione in superG, ma in discesa e combinata alpina potresti avere possibilità di essere schierata. Come ti senti invece in queste due discipline?
“Secondo i criteri la convocazione l’ho raggiunta in superG mentre non me la sono meritata né in discesa né in combinata quindi sarebbe giusto che io non sia schierata nel quartetto. Intanto correrò la mia gara facendo del mio meglio e dando il massimo, poi vediamo. In generale, in discesa sto un po’ faticando però mi sento in crescita. La combinata mi piace però ne sto portando a termine un po’ poche (ride)”.
Parlando di Elena Curtoni impossibile non citare anche tua sorella Irene: lei ha faticato un po’ di più in questa stagione, cosa credi che le manchi per tornare ai livelli di 5 stagioni fa?
“Mah mia sorella è fortissima sia tecnicamente che di testa, chiaramente diciamo che non è più nel fiore degli anni però secondo me ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. Credo abbia avuto un po’ di sfortune generali: cadute, infortuni, acciacchi ma io credo che il grande risultato le arriverà perché ce l’ha sia nelle gambe che nella testa”.
E invece da un punto di vista personale, cos’è che più ti apporta la presenza di una sorella nello stesso “ambiente di lavoro”?
“La presenza di mia sorella è piacevole. In realtà non è sempre facile perché litighiamo, perché mi agito quando fa la gara lei ma poi devo farla anche io e questo non aiuta. Fondamentalmente è una doppia tensione perché vorrei vederla sempre fare grandi risultati e quando non è così sto male per lei. Pero sicuramente anche nei momenti un po’ giù è bello avere una sorella: ti capisce, sa cosa dirti e ci aiutiamo a vicenda. Insomma, avere una sorella “collega” è bello, ma non facile”.
Torniamo a te Elena. Qual è per ora il momento più bello della stagione, secondo Elena Curtoni?
“Il momento più bello è stato sicuramente quando sono salita sul podio in Val d’Isère, dopo un inizio stagione in rincorsa causato un po’ dal mio infortunio estivo. Ero scarica, giù di morale e quel podio è stato come togliersi un peso enorme dal petto. E’ stato un momento veramente bellissimo”.
E quello più brutto?
“Momenti brutti in particolare non ne ho molti anche perché sono una persona positiva e penso sempre che per quanto mi vada male ci sia comunque del peggio. Un momento brutto in particolare di questa stagione potrebbe essere prima della gara di Soelden perché sapevo di non essere pronta per la gara, reduce da un infortunio, ed è stato difficile da gestire il fatto di presentarsi al cancelletto sapendo di non essere in forma. Ma ho saputo comunque incanalare quell’emozione negativa e riprendermi nelle gare successive”.
E tornando ai momenti belli, non si è potuto non notare che sembra sia passato cupido tra le Milka Girl: Fenninger si è sposata, Kirchgasser pure, sorge quindi spontanea la domanda: e tu col tuo compagno hai qualcosa in mente?
“(Ride) no no non mi sposerò a breve. Sì sono fidanzata ma non prevedo matrimonio a breve termine per adesso sia io che il mio fidanzato facciamo gare di sci, la priorità al momento è quella.”
Per quanto riguarda invece la Elena sportiva, se non ti fossi dedicata allo sci alpino, a quale sport ti saresti dedicata?
“Beh non è detto che sarei diventata comunque un’agonista, perché in fondo in fondo non sono una gran competitiva. Da piccola ero brava nel nuoto, avevo fatto qualche garetta e mi avevano chiesto di entrare nella squadre locale quindi probabilmente avrei preso quella strada lì ma molto più probabilmente avrei continuato a disegnare, che è la mia grande passione tanto quanto lo sci. Sì, forse sarei diventata artista invece che agonista”.
Sì, ero a conoscenza della tua passione per l’arte. Però mi son chiesto: come si esprime questa tua vena artistica mentre sei a far gare?
“Eh l’hai detto, è difficile far compatire lo sci col disegno: son due cose completamente opposte. Diciamo che il disegno è la mia valvola di sfogo: quando sono nervosa inizio a fare schizzi, infatti mi porto sempre dietro un astuccio con due matite e un blocco perché so che mi fa bene. In realtà io vorrei sempre dipingere quadri megagalattici con colori e tela ma chiaramente abbiamo già troppa roba da portare in giro (sci, scarponi, giubbotti). Forse se avessi fatto la nuotatrice sarebbe andata meglio, lì con un costumino e una cuffietta sarei stata apposto (ride)”.
Ora una domanda in stile Miss Italia: se ti chiedessero di essere un personaggio storico famoso, chi vorresti essere? E perché?
“Direi Frida Kahlo, la pittrice messicana. Donna che è stata capace di incanalare la sua sfortuna e trasformarla in qualcosa di grande, in arte… Non lo so, è un personaggio che mi piace”.
E per ultimo una piccola curiosità, ma cosa ti ha detto Nadia alla fine del superG di Val d’Isère quando le hai negato il podio per 4 centesimi, relegandola ad un altro quarto posto?
“Mah guarda, io con Nadia ho un bellissimo rapporto quindi l’unica cosa che mi ha detto è che sono stata molto brava soprattutto avendomi vista molto delusa dopo la gara di discesa del giorno prima. Quindi mi ha solo fatto i complimenti per la capacità di tirarmi su così rapidamente dopo il passo falso del giorno precedente. Io in realtà avrei preferito stare sul podio con lei. Insomma, niente battute, solo sana amicizia”.