“Alex Zanardi vota SI. Peccato lo facevo più in ‘gamba‘”. Questo è il post del sindaco di Suvereto che ha creato una bufera social per una battuta ritenuta “infelice” da tantissimi utenti. Giuliano Parodi, numero 1 di un paese toscano in provincia di Livorno, ha condiviso su Facebook il suo pensiero riguardo la campagna elettorale a favore del “sì” a cui ha partecipato anche l’atleta paralimpico Alex Zanardi.
Nel suo tentativo di rendere ironica la frase, pur senza offendere, ha scatenato l’ira di tante persone che sotto il post hanno iniziato ad insultarlo arrivando persino a minacciarlo di morte. Il sindaco, dopo qualche minuto, ha deciso di eliminare il post bloccando anche il profilo personale ma ormai il messaggio era già stato condiviso facendo il giro del web.
Parodi si è detto dispiaciuto e turbato dalle reazioni che ha suscitato con quella che lui ha definito una semplice battuta: “Era una battuta ironica. La satira serve per muovere le coscienze e attraverso un pugno nello stomaco far riflettere sulle questioni, personalmente trovo più pornografico e amorale un governo che taglia i fondi per l’assistenza ai disabili, o rimuove 50 milioni stanziati per la cura dei linfomi per i bambini di Taranto, ovvero al potenziamento dei servizi sanitari loro dedicati. Ma non ha toccato i 60 milioni destinati a un evento sul golf. Poi si sa ognuno ha il metro di giudizio delle cose”.
A commentare questa ironica battuta è intervenuto anche il presidente del Comitato italiano Paralimpico, Luca Pancalli: “Desidero esprimere la mia più sincera solidarietà nei confronti di Alex, non solo perché ognuno di noi ha il diritto di esprimere democraticamente, in un paese civile, le proprie opinioni, ma soprattutto perché, con quelle parole, virgolettando in maniera davvero disgustosa il riferimento alla disabilità di Alex, il sindaco di Suvereto ha non soltanto offeso un campione, che tanto ha dato allo sport italiano, ma ha dileggiato chiunque si trovi in una situazione di disabilità, come il sottoscritto. Ho recentemente dichiarato che la crescita del nostro paese si misura non soltanto in percentuali del PIL, ma anche nella cultura di chi lo compone. Purtroppo devo ammettere che il lavoro che ci attende è ancora molto lungo”.