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Rafa Nadal è più forte di tutti e tutto. Il maiorchino vince il Roland Garros per la quattordicesima volta in carriera e si conferma re di Parigi. Come ci si poteva aspettare, è stata a senso unico la finale dello slam parigino, in cui Nadal ha fatto valere la sua esperienza e si è imposto comodamente. D’altronde da un lato della rete c’era un giocatore che aveva vinto 13 Open di Francia, mentre dall’altro un giocatore che aveva vinto 13 partite all’Open di Francia. Ovviamente il norvegese Ruud può essere più che soddisfatto del suo percorso e non ha nulla da recriminare, se non di aver incontrato un avversario troppo più forte. Le luci dei riflettori sono puntate però su uno dei migliori della storia, che oggi ha infranto ulteriori record ed ha messo in bacheca il suo 22° slam.
Ciò che sorprende non è che Nadal vinca un Roland Garros, ma che all’età di 36 anni sia ancora il migliore di tutti. Dopo il trionfo agli Australian Open e la striscia di vittorie consecutive ad inizio anno non si è accontentato ed ha ribaltato nuovamente il pronostico, vincendo un altro major. Dare per sfavorito il tennista di Manacor al Roland Garros non è mai una buona idea, ma i risultati erano piuttosto eloquenti e sembrava oggettivamente difficile vederlo prevalere ancora. Dopo aver saltato i primi tornei per una frattura da stress alle costole, era stato sconfitto da Alcaraz a Madrid in uno scontro generazionale e da Shapovalov a Roma in un match in cui il suo fisico lo aveva assistito fino ad un certo punto. Proprio le condizioni del piede di Rafa rappresentavano l’incognita maggiore alla vigilia di questa finale, ma per fortuna non è accaduto niente. O meglio non è accaduto niente che gli spettatori abbiano potuto cogliere, ma non è detto che Nadal non abbia sofferto. Al di là del dolore che ormai è una costante, è stato proprio lo spagnolo a raccontare l’incubo vissuto. Dopo il secondo turno con Moutet non riusciva neppure a camminare, mentre per tutte e due le settimane sono state necessarie delle infiltrazioni sul nervo per addormentare il piede. Lui stesso aveva detto dopo la sfida contro Zverev che sarebbe stato disposto a perdere la finale in cambio di un piede nuovo, a testimonianza di quanto soffra.
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Prima della finale, inoltre, aveva preso sempre più piede l’ipotesi dell’annuncio del ritiro da parte di Nadal. Superati i 36 anni e con degli inevitabili acciacchi che condizionano la sua quotidianità, era più che lecito aspettarsi che volesse appendere la racchetta al chiodo, nonostante sia ancora in grado di competere ad altissimi livelli. Rafa invece ha smentito l’ipotesi di un imminente ritiro, spiegando: “Non so cosa accadrà nel futuro, ma continuerò a provarci“. Parole che lasciano ben sperare e che permettono di tirare un sospiro di sollievo ai suoi tifosi, i quali anche oggi non hanno perso occasioni per fargli sentire il calore. Ormai Parigi è diventata una seconda casa per Nadal, che qui ha persino vinto più volte che a Barcellona, dove gli è stato intitolato il campo principale. Per far sì che Philippe Chatrier gli lasci spazio ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma per Rafa non è un problema. A lui interessa prima di tutto stare bene e poi competere per vincere; i record e i numeri li lascia agli altri.
Volge dunque al termine questo Roland Garros 2022, che ci ha accompagnato nelle ultime settimane regalandoci tante soddisfazioni. Come direbbe qualcuno, ironizzando – ma neanche più di tanto – “il Roland Garros è quel torneo a cui prendono parte Rafa Nadal e altri 127 giocatori che lottano per arrivare in finale e perderla contro lo spagnolo“.
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