L’Italia sogna e fa sognare. Alle Olimpiadi di PyeongChang arrivano altre due medaglie in una giornata da brividi per i colori azzurri: prima la staffetta femminile di short track che conquista l’argento poi quella mista di biathlon che chiude terza con una volata di altri tempi. E le medaglie da sei passano ad otto in neanche un’ora portando quella fatidica doppia cifra ad un passo. Arianna Fontana, Martina Valcepina, Cecilia Maffei, Lisa Vittozzi, Dorotea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch. Questi i nomi che hanno fatto emozionare milioni di italiani che hanno seguito con il fiato sospeso due gare in cui è letteralmente successo di tutto.
Partiamo dalla staffetta femminile di short track che si è giocata la finale insieme a Corea, Cina e Canada. Una finale difficile, difficilissima per le azzurre che per buona parte della gara sono state quarte, hanno tentato di riavvicinarsi ma sono state respinte con perdite dal ritmo forsennato tenuto soprattutto dalla Corea del Sud. Poi succede l’incredibile: il Canada cade e di riflesso cadono pure le azzurre per una manovra azzardata della Cina e allora la Corea va a vincere davanti alla Cina con l’Italia terza. Ma la giuria esamina attentamente quanto successo ed oltre al Canada anche le cinesi vengono squalificate con Fontana e compagne che esultano perché sono d’argento. Pensate che il bronzo lo vince l’Olanda che aveva precedentemente vinto la finale B facendo addirittura segnare il record mondiale. “La staffetta è stata un po’ caotica e sapevamo che avevamo tagliato il traguardo da terze. Con tutti i contatti sapevamo che ci sarebbe stata una squalifica. Siamo contente di questo argento, è una vittoria che vale oro” ha commentato Arianna Fontana che diventa, nello short track, l’italiana più medagliata di sempre ai Giochi Olimpici firmando la sua settima medaglia in carriera.
In contemporanea andava in scena la staffetta mista di biathlon. E se possibile le palpitazioni aumentavano. Sì, perchè la partenza di Lisa Vittozzi è di quelle da brividi: Italia in testa al primo cambio. E pazienza se arrivano tre errori in piedi di Dorothea Wierer perché le azzurre sono in piena lotta per il podio. Lukas Hofer fa il suo e lo fa molto bene lanciando la volata finale a Dominik Windisch che deve vedersela con il gotha del mondo del biathlon: Martin Fourcade, Emil-Hegle Svendsen e Arnd Peiffer. Paura? Neanche per sogno. Dominik riesce a limitare i danni a terra e poi si attacca a Svendsen. Nel poligono in piedi succede la qualunque: Martin Fourcade porta l’oro alla Francia, ma Peiffer sbaglia quattro volte e costringe la Germania a girare. Windisch trema sull’ultimo, ne sbaglia due e riparte proprio accanto al tedesco. Ed è lì che sai che l’azzurro non la perde mai. Perché nell’ultimo giro mette un qualcosa in più che tutti gli altri avversari non hanno: la volata con Peiffer è da cuori forti perché Windisch lo affianca e lo supera per poi cambiare traiettoria. L’Italia è di bronzo, ma solo per qualche minuto. La Germania fa ricorso, la giuria esamina i filmati e per venti minuti sospende il giudizio. Alla fine è bronzo, un bronzo che fa esplodere tutta la nazionale azzurra ed il presidente del Coni Giovanni Malagò presente all’Alpensia Biathlon Centre. Ancora una volta è un’Italia da batticuore.