Dieci medaglie, qualche rimpianto e la sensazione di crescita. L’Italia torna dalle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018 con l’obiettivo della doppia cifra centrato, consapevole che però ci sono delle criticità a cui dover far fronte. Ma tanti gli aspetti positivi su cui continuare a puntare forte per un altro quadriennio in cui la crescita può ancora essere la protagonista.
La fatidica doppia cifra, che mancava da Torino 2006 quando l’Italia concluse con cinque ori e sei bronzi, è arrivata. Ed è arrivata anche con qualità se si considerano le tre medaglie d’oro, le due d’argento e le cinque di bronzo: “Abbiamo preso il 25% in più delle medaglie rispetto a Sochi e soprattutto la qualità delle medaglie è cresciuta, sintomo che continuiamo a crescere” le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò nella conferenza a “Casa Italia” dove è stato fatto un bilancio di questa spedizione azzurra. Le protagoniste in assoluto sono state le donne che sui tredici atleti azzurri andati a medaglia sono state ben nove, tutte e tre quelle d’oro: Arianna Fontana, Sofia Goggia, Michela Moioli.
Un altro dato interessante ed importante è l’età media dei tredici medagliati che è di quasi ventisette anni, dunque per molti di loro ci sarà sicuramente almeno un’altra chance nella ventiquattresima edizione dei Giochi che si terrà a Pechino, nel 2022. A PyeongChang è arrivato il primo oro nello short track, il primo oro nello snowboard ed il primo oro nella discesa femminile, secondo in generale se consideriamo la grande impresa di Zeno Colò nel 1952, ad Oslo. Tanti atleti giovani comunque si sono messi in mostra e anche se non sono riusciti a salire sul podio ci sono andati molto vicini.
Non sono mancati i rimpianti. Se sono arrivate dieci meravigliose medaglie, in almeno tre-quattro gare l’Italia non è riuscita a salire sul podio ed i favori del pronostico invece facevano credere il contrario. Zero medaglie dal settore maschile dello sci alpino è un bottino tanto magro quanto triste per un movimento che deve cercare di ripartire da questa delusione per affrontare un quadriennio migliore rispetto a quello trascorso. Qualche gara nel biathlon, nello sci di fondo e nel pattinaggio di velocità hanno lasciato l’amaro in bocca per il loro epilogo. Ma da contraltare sono arrivate prestazioni e medaglie che alla vigilia erano difficili da prevedere come quella di Dominik Windisch nella sprint maschile di biathlon. L’Italia saluta PyeongChang con dieci medaglie e guarda al futuro per crescere ancora: è già partito il conto alla rovescia per Pechino 2022.