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“Il voto, secondo me, è un sette e mezzo: siamo stati bravi. La preparazione olimpica, la comunicazione, tutta la parte di Casa Italia, gli atleti”. Il presidente del Coni Giovanni Malagò promuove la spedizione azzurra ai Giochi invernali di Pechino 2022 nella conferenza stampa di chiusura. L’Italia ha chiuso con diciassette medaglie al collo frutto di due ori, sette argenti e otto bronzi, diventando la seconda miglior spedizione di sempre dietro solamente a Lillehammer 1994 quando le medaglie furono 20. “Come tutte le spedizioni ci sono eccezioni che confermano la regola. Qualche polemica che ha contraddistinto le nostre giornate – ha proseguito il numero uno dello sport italiano – Però viene riconosciuto anche e soprattutto dai miei colleghi che l’Italia ha molto prestigio nel mondo dello sport”.
Sul colore delle medaglie Malagò ha poi aggiunto: “Ho sempre detto che avremmo vinto fra le 13 e le 17 medaglie ma nessuno può pensare che, quando ne vinci 17, solo due sono d’oro – ha rimarcato – Una lettura numerica potrebbe sintetizzare che gli italiani sono molto più bravi a vincere le medaglie che gli ori. Questione di centesimi, infortuni, giudizi, ma è qualcosa su cui riflettere. Ma dal punto di vista quantitativo resta una spedizione record”.
Anche perché l’Italia, tra Tokyo e Pechino, è andata a medaglia in 28 discipline: meglio hanno fatto solo Usa e Russia. “È innegabile che siamo un Paese mostruosamente multidisciplinare, siamo eclettici – ha rimarcato – È un elemento di grande forza, di profondo orgoglio”. Sulle polemiche dello short track tra la federazione italiana sport del ghiaccio ed Arianna Fontana con il suo marito/allenatore Lo Bello, Malagò è perentorio: “Bisogna dedicarsi a fare degli incontri in cui districare la matassa e trovare la soluzione nell’interesse di tutti e soprattutto del Paese”.
Ma adesso tutti gli sguardi sono già proiettati verso Milano-Cortina 2026: “In cosa Milano-Cortina sarà migliore di Pechino? L’argomento vero è l’anima, l’atmosfera – ha detto Malagò – Sicuramente qui era particolarmente condizionata dalla questione della pandemia. So come sono stati i Giochi in Corea, dove non c’era la pandemia: quando la Goggia ha vinto la discesa, c’erano 137 persone presenti. Su questo faremo la differenza”. E anche l’età media dei medagliati azzurri, attorno ai 26 anni, “è un ottimo segnale in vista di Milano-Cortina”. Da Pechino l’Italia torna con diciassette medaglie e una volata ai prossimi Giochi in casa lunga quattro anni.
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