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Debutto d’oro per Matteo Rizzo alle Universiadi Invernali 2019. Il vice campione nazionale delle Fiamme Azzurre vola in Siberia e vince, mettendosi alle spalle persino la Russia. Italia davvero incredibile a Krasnoyarsk, la città che sta ospitando la rassegna internazionale riservata agli atleti iscritti agli atenei di tutto il mondo. L’atleta di casa Icelab ha 20 anni, frequenta Scienze Motorie all’università San Raffaele e questa è stata la sua prima volta alla competizione. Qualche giorno fa, in esclusiva ai microfoni di Sportface, aveva candidamente ammesso che non sapeva cosa aspettarsi, perché fino alla fine non era chiara la lista dei partecipanti, ma già ieri, al termine del programma corto, aveva un ottimo motivo per festeggiare dato che aveva fatto registrare il season best volando a quota 90.78.
Oggi, poi, ha fatto l’impresa. Il suo libero, presentato per la prima volta agli Europei di fine gennaio (chiusi in terza posizione) e costruito sulle musiche dei Queen, ancora una volta gli mette le ali e lo fa volare a 182.76, il migliore della giornata, che, con un overall di 273.54, lo porta davanti a tutti, anche al diretto rivale, il russo Maxim Kovtun, che ieri si era preso la prima posizione momentanea con 91.74 ma oggi non ha potuto far altro che guardare l’abisso allargarsi davanti a se, dato che Matteo lo ha staccato di 14 punti. Il padrone di casa, infatti, si è fermato a 259.49, il georgiano Morisi Kvitelashvili si è preso il bronzo con 258.02 mentre l’altro russo, uno dei favoriti della vigilia, Alexander Samarin, ha chiuso quarto con 246.20.
Con un tecnico di 87.70 e components da 95.06, Matteo ha conquistato la Platinum Arena con un libero perfetto, partito con il quadruplo toeloop e continuato senza esitazioni, con tutti i salti e le combinazioni atterrati perfettamente. Se un test doveva essere in vista dei Mondiali di Saitama alle porte, l’esito è non solo assolutamente positivo, ma addirittura storico: nessuno aveva mai regalato all’Italia una medaglia nella disciplina maschile, in questa rassegna.
Non c’è che dire: questo programma libero è fatto per lui. Lo sente nelle corde, è affine alla sua indole, è suo. Dalle prime note di Bohemian Rhapsody è un crescendo, proseguendo con Love of my life e Don’t stop me now, sulle cui note si scatena e, letteralmente, nessuno può fermarlo. Forse ha davvero ragione, Matteo, quando dice che, da lassù, Freddie, nato il suo stesso giorno, lo guarda e lo protegge.
In gara tra i Men anche Mattia Dalla Torre (Aosta Skating Club 2000) che ha chiuso 11mo con 199.08 mentre nella danza Calderone-Papetti (Agorà Skating Team) sono in ottava posizione con 59.60 dopo il programma corto.
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