Il Roland Garros 2022 ha incoronato la sua regina. Si tratta della polacca Iga Swiatek, numero uno al mondo, che ha continuato a fare la cosa che le riesce al meglio in questo momento: vincere. Sono ben 35 le vittorie consecutive per la ragazza di Varsavia, capace di eguagliare Venus Williams, recordman femminile in questo 20° secolo, e ora dietro solamente a due leggende come Roger Federer e Novak Djokovic.
Dei 35 successi, questo è sicuramente il più importante, eppure non è stato affatto il più sudato. A dir la verità, sono state poche le vittorie in cui Iga ha perso un set o comunque ha dovuto faticare particolarmente. Tuttavia, se c’era qualcosa che poteva far crollare il suo castello, quella era proprio la pressione di una finale. Parliamoci chiaro: al momento non c’è nessuna tennista al mondo neanche lontanamente in grado di poter impensierire la migliore versione della Swiatek ed a certificarlo sono i risultati. Uno status del genere, però, comporta anche degli svantaggi. Quanti di noi avrebbero pronosticato la polacca come vincitrice del Roland Garros? Tutti, o quasi. Pertanto in queste due settimane Iga aveva molto da perdere. Anzi, non sarebbe stato utopico veder sminuire la sua striscia di vittorie (maturata in tornei importanti ma non di quelli che passano alla storia come invece gli slam) qualora avesse perso.
Le cose però sono andate diversamente e Swiatek ha riscritto la storia del tennis femminile a Parigi. Grazie a questo secondo titolo slam, bissando il successo di due anni fa proprio a Parigi, ha infatti battuto tanti record di precocità che, insieme ai dati da capogiro da quando è diventata numero uno del mondo per il ritiro di Barty, hanno fornito molto lavoro agli statistici. Non è infatti un caso che una tennista abbia un clamoroso exploit e conquisti un major, come accaduto negli ultimi anni alle varie Ostapenko, Stephens, Andreescu o Raducanu. Riconfermarsi tuttavia non è facile e quando accade ecco che allora ci si inizia davvero a fare largo nel tennis femminile, ritagliandosi il proprio spazio tra le giocatrici “sopra la media”.
In una giornata di festa per Swiatek, il suo staff, la Polonia e tutti i suoi tifosi sparsi per il mondo, il tennis abbraccia un’altra campionessa, nonostante la sconfitta odierna. Stiamo parlando di Coco Gauff, che alla prima finale slam in carriera ha sentito la pressione ed è stata travolta con un sonoro 6-1 6-3. Al di là dei motivi alla base di questa sconfitta (come appunto la tensione o il livello di Iga, non paragonabile alle avversarie affrontate nel cammino), la giovane statunitense può sorridere pensando al futuro e tutti gli appassionati di questo sport possono fare lo stesso. Dopo il messaggio sulla telecamera al termine della semifinale “Stop alla violenza con le armi”, Coco ha dimostrato una grande maturità anche quando ha preso il microfono durante la cerimonia di premiazione, cercando di sdrammatizzare ma anche accettando la sconfitta.
Inoltre non ha avuto paura di mostrare le sue fragilità, lasciando sgorgare qualche lacrima dai suoi occhi dopo la stretta di mano con la sua avversaria e comportandosi esattamente come ci si aspetterebbe da una ragazza di appena 18 anni. Per dare un’idea del talento di Gauff, richiamando in causa il tema della precocità prima menzionato, basti pensare che, per assurdo, se avesse voluto l’americana tecnicamente avrebbe potuto giocare il torneo junior. Invece era in finale nel torneo principale dopo aver sbaragliato una concorrenza non indifferente. Sulla sconfitta odierna oggettivamente c’è poco da rimproverarsi; da questo torneo invece bisogna ripartire, continuando a lavorare duramente, perché il futuro è più che roseo.
Senza nulla togliere a Gauff, questa è la giornata di Swiatek ed ecco allora che è giusto elogiare una campionessa capace di mettere d’accordo quasi tutti. Certo, fare le veci di un’icona come Ashleigh Barty, unica sia dentro che fuori dal campo, non è facile, ma la polacca ha tutte le carte in regola per prendere il suo posto. Tralasciando simpatie e antipatie personali, il modo di porsi di questa ragazza e la sua influenza sul mondo del tennis non può che essere apprezzato. L’anno scorso, ad esempio, ha donato il prize money del terzo turno di Indian Wells ad un’associazione che si occupa di salute mentale, tema fondamentale nella sua giovane carriera vista la presenza nel suo box della psicologa sportiva Daria Abramowicz. A fine anno, dopo una sconfitta alle Wta Finals, ha invece portato alla luce un tema delicato come quello dei dolori mestruali, che inevitabilmente condizionano le prestazioni di un’atleta e di cui non bisogna avere vergogna di parlare.
L’ABBRACCIO CON LEWANDOWSKI A FINE MATCH
Quest’anno, infine, si è schierata fin da subito in sostegno dell’Ucraina, portando con sé i colori di questa nazione in tutti i tornei. Per via della vicinanza geografica con la Polonia, Iga ha preso a cuore quanto sta accadendo in Ucraina ed ha deciso di apporre sul suo immancabile cappellino un fiocco con i colori ucraini. Inoltre, ha sempre menzionato il paese nei suoi discorsi dopo la vittoria di un torneo e, alla domanda riguardante quando toglierà il fiocco (come fatto da alcune colleghe), ha replicato “Quando la guerra sarà finita e le persone non soffriranno più”. Gesti che è bello aspettarsi da una numero uno al mondo e che vengono accompagnati sempre da quella spontaneità caratteristica di una ragazza di 21 anni catapultata in vetta al ranking mondiale.
IL MESSAGGIO DI SWIATEK ALL’UCRAINA
A dir la verità il suo Roland Garros non è ancora finito, visto che domani scenderà in campo il suo idolo Rafa Nadal, opposto a Casper Ruud, e con ogni probabilità sarà in tribuna a sostenerlo. Proprio come nel 2020, potrebbero essere nuovamente Iga e Rafa a trionfare a Parigi. D’altronde, in questi ultimi anni, sono loro che si sono affermati rispettivamente come re e regina della terra rossa e sarebbe una bella storia vederli insieme ancora una volta sul tetto del mondo tennistico.
E forse è proprio questo che rende unica Iga: il fatto di essere prima una fan e poi una star.