“Questi a Seul sono stati quattro giorni importanti, durante i quali abbiamo finalizzato e ci siamo allenati con la Croazia: due test di alta intensità e sedute di allenamento dell’uomo in più e in meno. Tanto lavoro di qualità nelle braccia e nelle gambe, importante per migliorare la condizione e il gioco“. Così il commissario tecnico della nazionale italiana di pallanuoto Sandro Campagna ha giudicato gli allenamenti sostenuti dai suoi in Corea del Sud in preparazione al Mondiale che si disputerà a Gwangju. “Noi abbiamo lavorato molto sul ritmo, l’esplosività e le giocate ad alta velocità – afferma il tecnico del Settebello – Sul nuoto ci siamo, su altri aspetti dobbiamo continuare a lavorare. Possiamo e dobbiamo mettere ancora dinamite nelle gambe perché ci vuole tanta forza, alta concentrazione, insieme a qualità. La difesa resta importante, ma probabilmente peserà di più l’attacco, l’aggressività di cercare sempre la porta, il tiro, il gol. Durante la preparazione abbiamo affrontato più volte la Grecia, la Spagna, la Croazia. Partite di peso e di esperienza le abbiamo giocate. Di semplice non c’è nulla, neanche il nostro girone preliminare che può sembrare più abbordabile di quello che potremmo incrociare. Se non facciamo attenzione e non entriamo con la giusta concentrazione rischiamo di fare brutte figure con il Brasile, consolidato dal lavoro di Ratko Rusic, il Giappone, veloce e combattivo, e la Germania, cresciuta tanto sul piano del gioco partendo da un’ottima base fisica. Nessuna partita sarà facile”.
“Il mondiale è molto lungo – analizza Campagna – sarà fondamentale arrivare in fondo bene. Un mondiale pieno di incognite, perché, secondo me, questo gioco offre maggiori possibilità anche alle squadre con ranking più bassi degli altri. Credo che la Croazia sia la super favorita, dopodiché ci siamo noi insieme alle altre: Spagna e Ungheria un po’ più avanti perché più adatte a questo tipo di gioco per le caratteristiche dei giocatori di cui dispongono. Da loro mi aspetto molto; la Serbia potrebbe scontare una squadra senza alcuni big cui l’allenatore ha preferito dare un periodo di riposo dopo la qualificazione olimpica attraverso il successo della World League. Poi ci sono le incognite Usa e Australia, cresciute molto, che hanno atleti forti fisicamente e intensità di gioco”