[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
“Il presidente del Cio Bach ha detto che ci sarà tolleranza zero per chi farà politica alle Olimpiadi? Spero di portare un’altra bandiera, quella nostra, nella cerimonia di apertura: per me sarebbe una grande gioia e un grande onore”. Lo ha detto la schermitrice Elisa Di Francesca due giorni dopo la qualificazione della squadra di fioretto femminile alle Olimpiadi di Tokyo 2020 avvenuta nella tappa di Coppa del Mondo di Katowice, in Polonia. “Non c’è gioia, sono abbastanza incazzata di come stanno andando le cose – ha sottolineato l’azzurra a margine dell’evento “Verso il Sol Levante” al Club Scherma Roma presso il centro sportivo Giulio Onesti dell’azienda Juice Plus+ di cui Elisa è testimonial – La qualificazione c’è però non vinciamo, le cose non vanno bene, non ci amalgamiamo e non riusciamo a tirar bene quando la compagna prima tira male. Il problema? Molto semplice, noi prima facevamo l’inno e cantavamo, ballavamo e il tutto creava gruppo. Adesso ognuno si fa gli affari propri. Era una bella idea ma adesso non collaborano. Queste parole non mi faranno risultare simpatica? Chi se ne frega, tanto mi è rimasto poco”.
La fiorettista, oro a Londra 2012 e argento a Rio 2016, sui giochi giapponesi ha le idee chiare: “Sara l’Olimpiade della consapevolezza – ha aggiunto la classe 1982 – speriamo vada bene, non si sa mai perché è uno sport talmente strano e imprevedibile. Pensi di aver fatto tutto, poi quel giorno è sempre particolare”. Sarà anche la prima Olimpiade da mamma visto che nel luglio del 2017 è nato Ettore: “Come si conciliano le due cose? Quando me lo dicevano non ci credevo però quando lo vivi poi è difficilissimo – ha ammesso l’azzurra – mi dovrebbero dare una decine di medaglie a me e a tutte le altre mamme (ride ndr). Alla fine lo porterò anche a Tokyo nonostante il viaggio lungo e il fuso orario”, ha concluso Di Francisca.
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]