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“La cancellazione delle Olimpiadi di Tokyo 2020 non è al momento in agenda. Siamo colpiti da questa crisi come chiunque altro e siamo preoccupati come chiunque altro. Non viviamo in una bolla o su un altro pianeta. Ma nessuno può dire quale saranno gli sviluppi domani, fra un mese o fra oltre quattro mesi per cui non sarebbe responsabile fissare una data per una decisione o prendere una decisione adesso basandoci sulle speculazioni relative agli sviluppi futuri. E’ troppo presto per prendere una decisione. Allo stesso tempo stiamo monitorando da vicino quello che sta succedendo”. Il presidente del Cio Thomas Bach torna sull’argomento legato alla possibile cancellazione o al rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 che sono messe a repentaglio dalla pandemia di coronavirus che sta affliggendo l’intero globo. Il numero uno del comitato olimpico si dimostra ancora una volta fiducioso: “Ovviamente stiamo considerando vari scenari ma mancano ancora quattro mesi e mezzo. E ci sono leghe e federazioni molto più ottimiste di noi visto che hanno sospeso le loro competizioni solo fino ad aprile o maggio mentre le Olimpiadi inizieranno a fine luglio”.
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“Non mi presterò a speculazioni e diciamo a tutti gli atleti e a quella metà del mondo che guarda le Olimpiadi che la cancellazione dei Giochi ad oggi non è in agenda”, ripete Bach, che conferma di non volere assolutamente pensare al peggio e predica calma e fiducia, anche se, come è chiaro, la priorità è quella della salute di tutti: “La priorità è tutelare la salute di tutti e sostenere il contenimento del virus. In secondo luogo la decisione del Cio non sarà determinata da alcun interesse finanziario: qualsiasi cosa succeda, il Cio sarà nelle condizioni di operare e portare avanti la sua missione. Non abbiamo problemi di liquidità e per quanto ne so, nemmeno il Comitato organizzatore”. Poi si rivolge agli atleti che aspettano di conoscere il destino di questi Giochi: “Nella conference call di mercoledì abbiamo detto loro che non possiamo pretendere di avere tutte le risposte alle loro domande, siamo nella loro stessa situazione”.
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