L’Italia lancia la coppia Milano-Cortina verso i Giochi Olimpici invernali del 2026. A poche ore dalla partenza per Buenos Aires, dove nei prossimi giorni è in programma la sessione del Comitato olimpico internazionale e poi si apriranno i Giochi Olimpici giovanili, il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ufficializzato una scelta “obbligatoria e necessaria”: “Dovevamo mandare un segnale al Cio, non avevamo alternativa, e abbiamo concordato tutto con il governo”, ha spiegato il numero uno dello sport italiano. Alternativa non ce n’era perché il tridente Cortina-Milano-Torino, prima ipotesi scelta dal Comitato olimpico nazionale per partecipare alla gara di assegnazione delle Olimpiadi 2026, è tramontato due settimane fa per il passo indietro del capoluogo piemontese, non disposto a condividere la candidatura delle Alpi con le altre due città. E allora avanti con il binomio Milano-Cortina e con un progetto finanziato dagli enti locali, dato che il governo Lega-M5S avrebbe sostenuto soltanto un’ipotesi unitaria, capace di abbracciare amministrazioni di diversi colori per non far torto a nessuno.
“Siamo molto felici”, ha ammesso il governatore della Lombarda Attilio Fontana, subito seguito dal sindaco di Milano Giuseppe Sala e dal presidente della regione Veneto Luca Zaia. “Adesso dobbiamo cominciare a lavorare per convincere il Cio che la nostra proposta è migliore rispetto alle candidature avanzate da altri Paesi (in corsa ci sono ancora la Svezia con Stoccolma, il Canada con Calgary e la Turchia con Erzurum, ndr) – ha proseguito Fontana – Giovedì ci sarà una riunione operativa, dobbiamo migliorare ancor più il dossier dove, molto probabilmente, ci sarà spazio anche per le montagne valtellinesi. I fondi? Iniziamo a vincere, poi ne parliamo. Non è il problema principale: Regione Lombardia e Regione Veneto sarebbero comunque in grado di far fronte alle esigenze”.
“Ho suggerito ai miei colleghi, ai presidenti delle regioni e al sindaco di Cortina, di non preoccuparsi dei fondi – ha aggiunto il sindaco di Milano Sala – C’è talmente tanto tempo davanti che i fondi si troveranno. Preoccupiamoci di fare un buon dossier”. “Lavoreremo a testa bassa perché questa rimanga nella storia come un’Olimpiade memorabile. Avanti tutta”, ha scritto su Facebook il governatore del Veneto Luca Zaia.
Il clima positivo, però, non contagia il sindaco di Torino Chiara Appendino, che giudica “incomprensibile” la scelta di Milano-Cortina. “Bisogna andare ad edificare in zone che non hanno strutture, mentre Torino è meno costosa, ha impianti già esistenti. Qualcuno lo dovrà andare a spiegare al Paese, perché si è scelta questa candidatura a svantaggio di un’altra che aveva nessun impatto ambientale e minore impatto economico”. In realtà Torino aveva presentato al Coni un dossier molto più costoso rispetto alle altre due città, ma la Appendino non ci sta e chiede un voto. “Non ho ancora visto alcuna analisi costi-benefici per Milano-Cortina – ha spiegato il sindaco del capoluogo piemontese – Chiedo pertanto al Coni di esprimersi e votare: se esiste Milano-Cortina, c’è anche Torino”. Un invito accolto con favore da Malagò: “C’è un Consiglio nazionale convocato per il 26 ottobre, da parte mia c’è massima disponibilità al voto, anzi sarebbe una buona cosa”, ha sottolineato il presidente del Coni, ricordando però come Torino “non ha accettato la possibilità di andare avanti senza le garanzie finanziarie del governo”, a differenza della Lombardia e del Veneto. Ora la Appendino protesta e chiede il voto, senza però chiarire chi pagherà le eventuali Olimpiadi piemontesi. Il Coni è pronto a ogni soluzione ma, mentre Torino prova a risolvere i propri dubbi, porterà avanti la candidatura Milano-Cortina con buone chance di ottenere l’organizzazione dei Giochi 2026.