Dopo Roma2020 e Roma2024, l’Italia prova un altro autogol olimpico. La candidatura unitaria scelta dal Coni rispettando le indicazioni del governo per aggiudicarsi i Giochi invernali del 2026, il tridente formato da Cortina, Milano e Torino “è morto”, come ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti davanti alle commissioni riunite di Senato e Camera. “Non ho sentito l’atmosfera giusta tra i rappresentanti delle città coinvolte nonostante la proposta presentata dal Coni fosse compatibile con le richieste di sobrietà e risparmio – ha sottolineato il vice segretario federale della Lega Nord – Io ho cercato un minimo comune denominatore, ma le città candidate hanno ribadito di fatto le proprie posizioni e le perplessità. Sono prevalse forme di dubbio e sospetto: ritengo che una cosa così seria come la candidatura olimpica necessiti uno spirito, un entusiasmo, una condivisione che non ho riscontrato”.
Giorgetti ci credeva davvero nel tridente, pensava di poter trovare una mediazione tra le diverse anime, ma così non è stato e ha voluto prendersi la responsabilità: “È un mio fallimento personale”, ha ammesso il sottosegretario senza scaricare la responsabilità sui sindaci. A tirarsi indietro non è stata invero Milano, che ha aperto alla collaborazione con le altre città sottolineando come unica necessità, peraltro condivisa dal Cio, la preminenza del nome del capoluogo lombardo nel brand, ma Torino. “Il sindaco Appendino ha fatto presente che non è cambiato nulla rispetto alla situazione iniziale e quindi restava valida la delibera del consiglio comunale per la quale la candidatura di Torino doveva essere autonoma – ha spiegato il presidente del Coni Giovanni Malagò al termine dell’incontro con Giorgetti andato in scena nel tardo pomeriggio – È una sua scelta assolutamente legittima, il governo ne ha preso atto ritenendo che non c’era più la disponibilità per il tridente: mi dispiace, la candidatura unitaria era un’occasione bellissima”.
Il numero uno dello sport italiano non ha voluto replicare alle accuse del leader del M5S Luigi Di Maio, che andando contro a quanto dichiarato da Giorgetti ha attribuito il fallimento della candidatura unitaria proprio al Coni. “Mi dispiace che dica questo, noi abbiamo sempre e solo parlato con il sottosegretario Giorgetti e rispettato le indicazioni del governo”, ha rimarcato Malagò alla vigilia del viaggio della delegazione Coni a Losanna per fare il punto della situazione col Comitato olimpico internazionale. Diana Bianchedi, responsabile delle candidature olimpiche italiane, spiegherà ai vertici del Cio il tramonto del progetto tridente ma sarà accompagnata anche dai rappresentanti dei comuni di Milano e Cortina e potrà dunque illustrare la nuova speranza tricolore, il binomio tra Lombardia e Veneto rilanciato dai governatori Fontana e Zaia.
“Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme”, hanno scritto i presidenti delle due regioni in una nota congiunta. Per Giorgetti e Di Maio, Lombardia e Veneto possono andare avanti ma provvedendo alle spese della candidatura con risorse proprie. “Vedremo di cavarcela – ha assicurato Fontana – ma formalmente l’appoggio del governo è fondamentale”. Il Cio infatti chiede la garanzia formale da parte dell’esecutivo del Paese candidato, ma anche su questo punto la discussione è aperta: “Le Olimpiadi senza il governo si possono fare, l’importante è che qualcuno metta le garanzie – ha rimarcato Malagò – Nel nostro Paese ovviamente questo non è mai successo e non so neanche se potrà succedere”.
Però l’ipotesi è in piedi e le due regioni sono intenzionate a non mollare. Domani intanto il Coni potrà percepire le sensazioni del Cio e poi capire anche se il binomio Lombardia-Veneto potrà andare avanti alle condizioni dettate dal governo. In caso affermativo, dovrà essere il Consiglio nazionale del Comitato olimpico nazionale a ratificare la nuova candidatura da portare alla valutazione internazionale a inizio ottobre, a Buenos Aires. Il sogno olimpico italiano per i Giochi 2026 non è ancora tramontato