La scorsa settimana a Barcellona, ora a Madrid. C’è un’atmosfera senza dubbio particolare attorno a Rafael Nadal in questo periodo, dopo il ritorno in campo avvenuto sulla terra rossa della Catalogna. Il campione maiorchino continua a non voler indicare una data precisa su un suo ritiro, ma le parole proferite più volte in conferenza stampa e il modo in cui il pubblico lo accoglie ogni qual volta scende in campo dicono tutto ciò che c’è da dire. Sono gli ultimi scampoli di carriera per Rafa e tutti vogliono approfittarne e vederlo un’ultima volta battagliare sulla terra rossa come da 20 anni a questa parte.
Poi, però, c’è anche il campo e quella determinazione che lo spagnolo mette sempre in ogni allenamento, con l’aspirazione e la speranza di continuare a migliorare la sua condizione fisica e atletica in modo da potersi presentare competitivo al Roland Garros e poi, eventualmente, ai Giochi di Parigi. Poco indicativo il match di debutto nella capitale contro il giovane 16enne Blanch, talentuoso ma fin troppo acerbo per poter pensare anche solamente di impensierire anche un Nadal ben lontano dai suoi giorni migliori. Chi lo vede in allenamento giura che i passi in avanti rispetto a qualche giorno fa siano notevoli e anche il suo stesso coach Carlos Moya ieri ha dichiarato che nel team c’è fiducia di poter vedere un match competitivo contro Alex De Minaur.
Ecco, come poco più di una settimana fa a Barcellona, Nadal si ritrova dall’altra parte della rete il tennista australiano, uno dei migliori fin qui in stagione. Una crescita impressionante quella dell’attuale numero 11 del ranking mondiale, che pochi giorni fa si è imposto 7-5 6-1. Il punteggio è abbastanza esplicativo, un Nadal visibilmente condizionato soprattutto al servizio, è riuscito a tener testa un set prima di mollare un po’ la presa nel secondo parziale. Impensabile per il Nadal dei bei tempi, ma ‘Father Time’ impone anche questo. “Sabato cercherò di divertirmi, ma non sono il favorito per la vittoria. Non al giorno d’oggi”, ha ammesso il maiorchino in conferenza stampa. “Sarà un’altra opportunità per vedere come sto, visto che a Barcellona sono durato un set. È la prima volta in un anno e mezzo in cui gioco due settimane di fila, la priorità è che non succeda nulla. Di certo non aspiro a vincere questo torneo”. In un altro momento avremmo magari definito queste dichiarazioni un po’ “maniavantiste”, ma la realtà a oggi è esattamente quella descritta da Rafa. Uno step alla volta, con la speranza che il fisico regga in modo da concedergli qualche ultima apparizione di un certo livello sul tour.