Jannik Sinner esce al secondo turno del Masters 1000 di Cincinnati: il pusterese perde contro John Isner, che passa con lo score di 5-7 7-6 6-4. Prestazione resiliente da parte dello statunitense, il quale incassa le difficoltà postegli dall’azzurro e reagisce colpo su colpo, trovando, alla fine, la chiave giusta per completare la rimonta. Isner vola, dunque, agli ottavi di finale e il suo prossimo avversario porta il nome di Benoit Paire, che ha sconfitto Denis Shapovalov dopo oltre due ore e tre set di pura battaglia: i precedenti dicono 1-1, con il transalpino che ha trionfato, con il punteggio finale di 7-6 6-3, nell’unico scontro diretto disputatosi sul cemento nordamericano.
Sinner appare molto centrato sin dall’inizio del match: nel game iniziale, infatti, trascina Isner ai vantaggi, pur non riuscendo a trovare il break, e chiude e zero il suo primo turno di battuta. Di lì in poi, gli scossoni faticano ad arrivare, almeno per la prima metà del parziale. Poi, il numero 26 del modo sale di livello in maniera incredibile e prende dei rischi clamorosi in risposta, costringendo l’azzurro a non poter mai stare tranquillo, soprattutto sulla seconda. L’altoatesino, poco abituato ad affrontare giocatori di questo genere, perde certezze e va in grande difficoltà. In totale, sono ben 3 le palle break annullate: una nel sesto game e altre 2 nel decimo game. Queste ultime due, che equivalevano a set point, Jannik le ha annullate da vero campione, entrambe con servizi vincenti. Scampato il pericolo più grande e portatosi 5-5, il tennista di San Candido gioca un game di livello sopraffino. Ciò permette al bolzanino di conquistare il tanto insperato break e, tenendo il servizio a zero successivamente, di chiudere il set 7-5 dopo 50 minuti di pura battaglia.
Il secondo parziale inizia con una serie di 12 punti a 1 per il giocatore al servizio. Nonostante questo, Isner sembra meno brillante, soprattutto dal punto di vista fisico. L’americano, non a caso, prova molto più spesso il serve and volley e si rende protagonista di alcuni errori inusuali. Sinner, allora, prova ad approfittarne e, nel quinto gioco, lo costringe ai vantaggi. Il break, ormai, è nell’aria e l’azzurro si porta 0-30 nel successivo turno di risposta, trascinando ancora lo statunitense ai vantaggi: anche questa volta, però, il break non si concretizza. Sul 5-5, Jannik prova a dare il tutto per tutto, con l’obiettivo di evitare il tiebreak: nell’undicesimo gioco, è 15-30, ma Isner cambia la storia rispetto al primo set e riesce a salire 6-5. Sinner, dunque, va al servizio per salvare il set e, grazie all’ennesimo game a zero di questo parziale, aggancia l’avversario al tiebreak. Una grandissima risposta in allungo permette al pusterese di ottenere per primo un minibreak. Lo statunitense, messo spalle al muro, tenta una reazione d’orgoglio e rimonta, volando sul 7-4 e rimandando il verdetto alla frazione decisiva.
Il set decisivo è molto simile, come andamento, al secondo: i due tennisti faticano poco, inizialmente, al servizio. Nel quarto game, è Isner il primo a concedere qualcosa, ma, dal 30-30, due prime in campo tolgono le castagne dal fuoco. Sinner, ora, è sempre più frustrato e sembra perdere la pazienza: nel gioco successivo va sotto 0-30 e deve fronteggiare due palle break, cosa che non capitava dal decimo game del primo set. Il break, questa volta, arriva e lo statunitense vola 3-2 e servizio. Sinner, allora, prova un’immediata reazione e trascina il game ai vantaggi, ma Isner trova ancora due servizi vincenti e conferma il break. Nell’ottavo gioco, Sinner rimonta da 40-0 a 40-40 e prova a conquistarsi un’ultima occasione: ecco la palla del controbreak. Incredibile, a questo punto, la freddezza di Isner, che annulla la chance, piazzando un ace esterno: dopo un game lungo e lottato, il punteggio recita 5-3. Nel decimo game, l’americano si porta a servire per il match e non fallisce l’appuntamento con il trionfo: 5-7 7-6 6-4 al termine di una lotta durata 2 ore e 36 minuti.