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Nel giro di mezza giornata gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere lo sport nel segno di Jacob Blake, 29enne ferito da sette colpi di pistola sparati a bruciapelo da un agente lo scorso 23 agosto in Wisconsin. Ciò è accaduto circa tre giorni fa e ha causato un effetto domino che ha toccato la maggior parte degli sport, intensificando ulteriormente il processo iniziato tre mesi fa con l’uccisione di George Floyd: non c’è ambito al mondo che tenga al tema del razzismo più dello sport stesso, le ultime ore ne sono la dimostrazione.
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Ieri i giocatori dei Milwaukee Bucks hanno deciso di non scendere in campo per affrontare gli Orlando Magic nei playoff della NBA: Houston-OKC e L.A Lakers-Portland non si sono poi svolte, e le partite in programma stasera sembrano indirizzate verso lo stesso destino. Alle ore 17.00 i giocatori e i presidenti delle franchigie incontreranno il commissioner Adam Silver per decidere quale sarà il futuro, con Lakers e Clippers contrarie a un proseguimento delle ostilità . Non solo basket (anche la WNBA ha sospeso le ostilità , esibendo magliette con sette buchi su ciascun retro) ma anche la MLB di baseball, l’MLS di calcio e il Masters 1000 di Cincinnati si sono fermati: sul cemento della Grande Mela si tornerà già a giocare domani con le semifinali, da capire come si muoverà il batti e corri. Da sottolineare come Naomi Osaka, seguendo il flusso degli eventi, abbia deciso di tirarsi fuori dal torneo rinunciando a un possibile posto in finale, lasciando il passo alla belga Elise Mertens. Ieri, mercoledì 26 agosto, resterà una giornata importante nella storia dello sport, e non solo quello a stelle a strisce. Oggi potrebbe essere una giornata altrettanto decisiva, che potrebbe aggiungere altri tasselli importanti nei confronti della lotta contro il razzismo.
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