L’Italia è ufficialmente candidata per ospitare i Giochi Olimpici invernali del 2026. Il Consiglio nazionale del Coni, riunito nel Salone d’Onore di Palazzo H al Foro Italico, ha votato all’unanimità la proposta della Giunta e lanciato il nostro Paese nell’ennesima sfida a cinque cerchi, dopo i tentativi interrotti di Roma per i Giochi estivi del 2020 e poi del 2024. Stavolta il presidente del Comitato olimpico nazionale italiano spera che finisca meglio e per questo ha seguito alla lettera le indicazioni arrivate dal governo nelle ultime ore. L’esecutivo si è impegnato a sostenere la candidatura italiana fissando dei paletti per la valutazione della città da presentare, una scelta che spetta totalmente al Coni. La Giunta ha quindi deciso di affidare l’esame approfondito dei dossier delle tre città in lizza – Cortina, Milano e Torino in ordine alfabetico – a una commissione coordinata dal segretario generale del Coni Carlo Mornati e composta dai due vice presidenti (Chimenti e Sensini), dai tre membri Cio (Carraro, Ferriani e Pescante), dai membri onorari del Comitato olimpico internazionale Manuela Di Centa e Ottavio Cinquanta, dai presidenti delle federazioni interessate dai Giochi invernali (Roda della Fisi e Gios della Fisg) e da due atleti, Valentina Marchei e il paralimpico Jacopo Luchini.
La commissione dovrà valutare gli aspetti richiesti dal governo (contenimento dei costi e valorizzazione del rapporto costi/benefici; sostenibilità del progetto a livello economico-finanziario, sociale e ambientale; considerazioni sull’eredità dei Giochi verso la città, le future generazioni, il Paese e il movimento olimpico e soprattutto la possibilità di sinergie tra diverse località), ma non solo: oltre all’attrattività internazionale della candidatura, è necessaria l’acquisizione della delibera piena e incondizionata del consiglio comunale delle città e del supporto politico da parte delle regioni e/o province autonome coinvolte. “È chiaro che dobbiamo scegliere l’opzione più forte, non possiamo rischiare – ha spiegato il presidente del Coni Giovanni Malagò – Ci sono molte cose da valutare, non era mai successo di avere tre città in lizza a così poco tempo dalla deadline, per questo abbiamo istituito questa commissione: mi pare una cosa di buon senso”.
La valutazione sarà approfondita, la decisione finale potrebbe arrivare già il primo agosto oppure, se ci sarà bisogno di altro tempo, il 10 settembre: “Convocheremo un altro Consiglio nazionale, ascolteremo le argomentazioni della commissione e anche i sindaci delle tre città in lizza saranno invitati, poi si voterà – ha dichiarato Malagò – I tempi ci sono, ne ho parlato con il Cio (che dovrà cambiare la carta olimpica per permettere la candidatura di una città italiana, visto che la scelta finale della sede 2026 avverrà a Milano nel settembre 2019, ndr): la candidatura va ufficializzata a inizio ottobre a Buenos Aires, poi il dossier potrà essere lavorato nei mesi successivi”. Il Coni ha ricevuto il sostegno del governo a determinate condizioni e si è subito messo al lavoro per trovare la quadratura del cerchio. L’ipotesi più forte, anche se al momento non semplice da realizzare, sembrerebbe quella di un’unione tra due o addirittura fra tutte e tre le città in lizza: “Al momento ci sono tre ipotesi distinte – ha rimarcato Malagò – ma la commissione valuterà: il governo ci ha chiesto di verificare se sia una strada percorribile. Chi preferisco io? Sono laico, mi sono anche chiamato fuori dalla commissione”, Il presidente del Coni non si sbilancia neppure sull’esito della candidatura italiana: “Se vinceremo? Non so né con chi gareggeremo né contro chi dobbiamo competere”, ha ammesso con onestà. Ma stavolta c’è almeno la volontà di giocarsela fino in fondo. E per riuscirci servirà anche il pieno sostegno politico.