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“Mi sono reso conto che non era più possibile vincere”. In questa frase si riassume il modo di vivere la MotoGP di Jorge Lorenzo. La vittoria non come obiettivo, ma come obbligo. Un pilota calmo, quasi timido, la cui determinazione nel voler primeggiare era però il tratto forte del suo carattere. La decisione di lasciare la MotoGP è arrivata dopo il primo anno senza successi, senza podi, senza nemmeno un piazzamento tra i primi dieci. Per un campione qualunque sarebbe una sofferenza non riuscire più a raggiungere i livelli di prima, figuriamoci per lui, che nemmeno all’inizio si accontentava di finire dietro.
Tre sono i Mondiali vinti in MotoGP dal maiorchino, arrivato in classe regina nel 2008, dopo due successi in 250, e accasatosi alla Yamaha. Con il suo approdo nel team di Iwata ha inizio la rivalità simbolo della sua carriera: quella con Valentino Rossi. Il Dottore vede subito una potenziale minaccia in quel ventunenne che con l’Aprilia in classe cadetta ha già mostrato il suo valore. Il processo di adattamento è rapidissimo. Al primo anno Lorenzo centra il quarto posto, piazzandosi secondo proprio dietro a Rossi nel 2009. La fame di vittorie si fa sentire, e nel Mondiale successivo nemmeno il compagno di squadra riesce a tenerlo dietro. Lorenzo conquista il primo titolo in MotoGP davanti a Pedrosa e Rossi. Il talento e la classe del maiorchino, certificati dal primo successo nella classe regina, vengono confermati negli anni successivi. La sua esperienza in Yamaha non lo spingerà mai fuori dal podio. Fino al 2016 si posizionerà due volte al primo posto (2012 e 2015, l’anno dell’acceso battibecco Rossi-Marquez), due al secondo e altrettante al terzo. La Ducati riesce a strapparlo al team nipponico e lo porta a Borgo Panigale.
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La carriera di Jorge prende una svolta brusca, la cui portata non era stata prevista. Le difficoltà al primo anno con la scuderia italiana sono tantissime. La moto è tutto quello che il maiorchino non vorrebbe, richiede movimenti improvvisi e bruschi, che non certo a braccetto con il suo stile di guida. La Ducati ascolta i problemi del suo nuovo gioiello, lavora con lui per migliorare il veicolo settimana dopo settimana. Il 2017 sarà però il primo anno senza vittorie e con soli tre podi. La partenza nell’anno successivo non è per niente incoraggiante, ma a giugno arriva la doppietta tra Italia e Catalogna che riaccende le speranze dei tanti tifosi. La decisione però è già stata presa, e a metà stagione è il futuro di Lorenzo è già noto.
Quello che succederà poi è già ben noto. La Honda, che per Lorenzo può essere occasione di rilancio, non riceverà mai dal pilota quello che vuole per andare davvero forte. “”Mi dispiace per aver deluso Puig e tutta Honda” – ha detto Lorenzo in conferenza stampa, prendendosi carico di responsabilità che non sono certo solo sue. La scelta, invece, l’ha presa solo lui, e la serenità con cui lo ha annunciato mostra che forse, nonostante molti pensavano avesse ancora molto da dare, è quella giusta per stare davvero bene.
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