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L’emozione di chi dovrà rappresentare i sessanta milioni di italiani. Jessica Rossi, Beatrice Vio, Elia Viviani e Federico Morlacchi sono i quattro alfieri designati per portare la bandiera nelle cerimonie delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Tokyo 2020. La bandiera azzurra è stata consegnata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una cerimonia tenutasi al Quirinale. Ecco le parole dei quattro protagonisti, apparsi visibilmente emozionati.
JESSICA ROSSI – “Mi avete conosciuta come la ragazza di ghiaccio che a 20 anni non si scompose di fronte a un oro olimpico. Davo tutto per scontato, poi ci sono stati momenti di buio, e momenti in cui ho pensato di mollare ma non l’ho fatto ed è proprio per quei momenti che sono qua. Quando ho saputo di essere stata scelta come portabandiera per Tokyo sono scoppiata in un pianto di gioia, quello che non c’è stato a Londra e che oggi mi sono ripresa”.
ELIA VIVIANI – “Sognavo questo ruolo dopo aver pedalato per chilometri e aver conquistato l’oro a Rio. Ne sono orgoglioso, porterò con me questa gioia per sempre. Io e tutti gli azzurri abbiamo voglia di dimostrare il nostro valore di italiani e vivremo l’Olimpiade della ripartenza con maggiore determinazione”.
BEBE VIO – La bandiera per me rappresenta tantissimo Alex (Zanardi ndr): la mia prima Paralimpiade l’ho fatta con lui ed è stato stupendo, è stata la prima persona con disabilità che ho conosciuto e che mi ha dimostrato che il mondo paralimpico è sempre stato qualcosa di veramente eccezionale. Rappresenta tutto il percorso che abbiamo fatto dice-. E’ il sogno di una bambina che ancora magari non lo sa, non conosce lo sport paralimpico ma un giorno sarà qui e sarà super orgogliosa: lo sport paralimpico cambia la vita. Per me è un onore immenso essere qui davanti a voi che siete praticamente tutte le persone che vedevo in tv quando ero piccola, è assolutamente magico. Rappresenta la bellezza del nostro paese, la fortuna di far parte di questo paese, rappresenta la squadra pazzesca che siamo stati in questi due anni, la mia prima maglietta della nazionale che ho ricevuto a 14 anni, e rappresenta la mia canzone preferita, l’Inno di Mameli, ogni volta che lo ascolto non riesco a non piangere e anche oggi, qui, ho pianto almeno sette volte”.
FEDERICO MORLACCHI – “Grazie Presidente per averci accolto in quella che noi consideriamo come casa nostra. Diventare Portabandiera è un onore, ma anche una responsabilità perché vuol dire essere la guida di tutti gli atleti. L’Olimpiade è l’evento più bello, ma anche il più facile da sbagliare”.
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