“Il compito più difficile nella vita è cambiare se stessi”. Nelson Mandela
Cambiare, per un essere umano, è complicato. Cambiare, per un tennista, è un’impresa.
Modificare l’esecuzione di un colpo, il proprio corpo, la tattica. Perché cambiare qualcosa che sta funzionando? Per quale motivo influenzare elementi che, seppur senza eccellere, portano a un risultato sicuro? Il rischio di peggiorare, di perdersi, esiste. Ma ambizione, fiducia (in se stessi e nel proprio team) e consapevolezza possono fare la differenza. Se poi vi è un coach che sa entrare nella mente degli allievi, il cambiamento può avere inizio.
Renzo Furlan e Jasmine Paolini. Un connubio vincente, senza ombra di dubbio. Il salto di qualità, iniziato a metà 2023 e che ha avuto il suo culmine a Dubai, è un dato di fatto. Acclarato, evidente. Ma la storia dello sport insegna che il cambiamento, che porta al successo, ha radici profonde. E non si verifica realmente in pochi mesi.
La palla di Jasmine Paolini è sempre stata veloce. Gli errori, però, erano abbastanza frequenti. La toscana mancava di continuità, di precisione (e variazioni) al servizio, di capacità di gestire il match. Tathiana Garbin ci ha creduto sin da subito, così come Renzo Furlan.
L’ex davisman azzurro ha coinvolto Danilo Pizzorno, tecnico di video-analisi, a giugno 2020. Jasmine ha ascoltato, capito, si è messa a lavoro. Anche discutendo, come giusto che sia (non voleva più giocare il doppio, per esempio). Ogni anno il team (da quest’anno c’è anche il preparatore fisico della FITP Andrea Bracaglia, a detta di tutti protagonista della crescita di ‘Jas’) ha saputo inserire qualche miglioria, andando ad aggiungere un pezzo del puzzle dopo l’altro. In maniera non appariscente, ma continua.
Ma cosa è cambiato? La seconda di servizio è di ben altro livello e la percentuale di conversione è cresciuta, dal 2020 a oggi, anno dopo anno. Servizio ma anche risposta, poiché sino a qualche stagione fa Jasmine non pensava di poter affrontare le ‘big server’, in particolare sul veloce. La corsa verso il dritto, grazie alla video-analisi e alle migliorie atletiche, ha permesso a Jasmine di difendere e contrattaccare in maniera mirabile. A Dubai alcuni cambiamenti si sono rivelati in maniera maestosa: Paolini arrivava velocemente a colpire il dritto riuscendo ad accelerare e a trovare il vincente quando, forse solo un anno fa, avrebbe trovato il telone. Furlan è entrato da tempo nella mente di Jasmine, ma è Jasmine ad aver accettato di cambiare se stessa, di essere malleabile. Non soltanto quando le cose vanno bene (facile), ma soprattutto quando vanno male (difficile). Riassunto: credere nel progetto. Fidarsi del proprio team, concepire il tennis come un percorso di continua crescita, sportiva e umana. Non accontentarsi.
E questo, nello sport, è tutto fuorché banale. I passaggi sono due: cambiare, perdendo inizialmente le proprie certezze, i punti di riferimento; e poi migliorare, portando il proprio livello all’eccellenza. Il primo step, però, è quello più difficile; in pochi riescono ad accettarlo. E qui, ancor prima che nel tennis, si ritrova il talento di Jasmine Paolini, nell’arte di cambiare.