L’Italia non stacca il pass per Russia 2018. Il ritorno con gli svedesi inizia sull’attenti, con la squadra che aumenta i giri del motore col passare dei minuti e finisce, dopo buone occasioni create, per meritare il vantaggio a fine primo tempo. La Svezia non fa altro che chiudersi negli ultimi venti metri e nella ripresa non modifica la propria impostazione di gioco. Ventura butta dentro prima El Shaarawy e Belotti e poi Bernardeschi, ma le occasioni create sono poche e la Svezia riesce sempre a cavarsela in qualche modo. Per la terza volta nella sua storia, la nazionale italiana non parteciperà ad un campionato del mondo.
Buffon 6
Reattivo nei primi minuti sul disimpegno killer di Jorginho e poco più tardi respinge un destro da posizione defilata. Poi nulla più.
Chiellini 6.5
Non perde un duello aereo. La sua fisicità è uno scoglio durissimo da superare per gli svedesi.
Bonucci 6
Naso rotto e ginocchio dolorante, il capitano rossonero non vuole saperne di arrendersi e resta in campo con caparbietà cercando spesso anche l’inserimento sottoporta.
Barzagli 5.5
Troppi errori in fase di impostazione: il pressing svedese lo manda in agitazione. Niente da recriminare in fase difensiva.
Darmian 6
Tanta, tantissima corsa sull’out di sinistra. Il sostegno alla retroguardia è sempre puntualissimo, l’appoggio in fase offensiva gli rimane più faticoso, ma l’esterno dello United non si risparmia mai (63’ El Shaarawy 6: il modulo non cambia, il faraone fa il quinto di sinistra a centrocampo. Cerca di impensierire Lustig e va vicino al colpo grosso nel finale).
Florenzi 6.5
Gioca con personalità, corre per tre, fa tutti i ruoli e sfiora il vantaggio con una grande acrobazia.
Jorginho 7
Dopo i zero minuti collezionati col ct Ventura, il regista oriundo fa il suo esordio azzurro in una gara ufficiale nella serata più importante. Disimpegno in avvio da mani nei capelli a parte, il calciatore partenopeo trova la sua dimensione in mezzo al campo e acquista sicurezza nella gestione del pallone, come testimoniano un paio di verticalizzazioni illuminanti. Prezioso in fase di interdizione e carismatico nel chiamare sempre il pallone e nel giocarlo con personalità.
Parolo 6.5
Alla prima incursione si guadagnerebbe un calcio di rigore: peccato che l’arbitro Lahoz sia l’unico a non vederlo. Questo episodio resta la fotografia della sua partita: tanta corsa, supporto, incursioni. È l’anima del centrocampo azzurro.
Candreva 6
Cerca il dribbling, il cross, le conclusioni. È volenteroso, ma a conti fanti l’efficacia manca: intestardirsi in dribbling inutili ed andare alla conclusione dalla linea di fondo non serve a nulla (76’ Bernardeschi SV).
Immobile 6
L’attaccante laziale cerca con costanza la profondità: quando la trova diventa pericolosissimo, peccato che la trovi poche volte in mezzo alle fitte maglie gialle.
Gabbiadini 5.5
A differenza di Immobile, lui ha il compito di andare incontro alla sfera e lo fa senza troppi errori. La sua presenza latita però dentro l’area di rigore, dove fatica a trovare i tempi giusti per inserirsi (63’ Belotti 5.5: in mezz’ora tocca quattro palloni).
All. Ventura 4
Jorginho si rivela un azzardo azzeccato, Gabbiadini ha un suo perché. Il 3-5-2 riproposto sembra più fluido, ma ciò che conta è che lo 0-0 non si schioda mai. Il voto non è per la partita di stasera in sé, ma per il triste sipario di una gestione amarissima.