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Poca fatica per l’Italia contro una Irlanda del Nord che si dimostra, come preventivabile, ben poca cosa. Al Tardini, però, il bicchiere non è del tutto pieno, visto che lo striminzito 2-0 e tutto sommato la sensazione che gli azzurri abbiano voluto accontentarsi senza andare a caccia di altri gol. Niente rischi, pura gestione: non necessariamente un male, ma se si pensa che nelle qualificazioni ai Mondiali in caso di parità di punti a contare è proprio la differenza reti generale e non gli scontri diretti (incredibile!) ci si chiede in maniera legittima se non fosse meglio tentare maggiormente di spingere sull’acceleratore, anche viste le difficoltà dell’avversaria di stasera.
Nessun disfattismo, i tre punti non erano comunque scontati dopo quattro mesi di lontananza per gli azzurri e va bene così. Li portano Domenico Berardi e Ciro Immobile, non di certo nel loro miglior momento di forma in campionato, al contempo capaci di rispondere presente con l’azzurro addosso. Ma il problema del gol, e delle goleade, resiste ormai da decenni e portò anche alle difficoltà di quattro anni fa per la Nazionale targata Ventura. Il nuovo girone, a ogni modo, non annovera la Spagna, ma la Svizzera è comunque da rispettare. E per questo, forse, sarebbe servita una prestazione più arrembante, più cattiva, con la voglia di schiacciare l’avversario senza accontentarsi. Ecco, questa parola dovrà essere bandita contro selezioni ancor più deboli come la Lituania e la Bulgaria, per arrivare al cospetto degli elvetici, fra alcuni mesi, con lo status di prima della classe e di favorita.
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