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Le due settimane di grande tennis sui campi del Foro Italico si chiuderanno oggi, domenica 21 maggio, con l’attesissima finale maschile. Sarà Holger Rune contro Daniil Medvedev. Uno scontro che ha un solo precedente nel circuito: qualche settimana fa ai quarti di Montecarlo, quando fu il danese ad avere la meglio, imponendosi in due set. Comunque andrà, una cosa è sicura: Roma avrà un nuovo campione. Rune non aveva mai partecipato prima di quest’anno al torneo (ad eccezione delle qualificazioni), e Medvedev non era mai riuscito ad andare oltre il primo turno.
Si tratta di un incrocio intrigante non solo in termini di tecnica, ma anche di novità: nessuno, prima di oggi, si aspettava di trovare Medvedev in finale in un torneo su terra. Per la verità, era già successo a Barcellona nel 2019, ma quel giocatore è molto diverso da quello che in questi giorni ha sorpreso il pubblico italiano e gli appassionati di questo sport. Questo Medvedev è un giocatore capace di leggere il gioco sulla terra, di interpretarlo e di metterlo sui binari che più si addicono al suo stile. Dall’altra parte del campo il giovane che, ormai, non è più una novità: Rune ha dimostrato ancora una volta di essere capace non solo di giocare a tennis, ma di poter gestire situazioni di enorme difficoltà con grande personalità. Impressionante la tempra di questo ragazzo, che continua ad alternare momenti di buio mentale a attimi di tennis fenomenale, ma non va dimenticato che vicino al nome, sulla carta d’identità, c’è scritto 2003. Ha tempo per mettere a posto la testa, per i colpi non sembra ci sia ancora molto da migliorare, invece.
Le due semifinali sono state la “summa” di entrambi i tornei romani dei due finalisti. Rune ha guardato la sconfitta negli occhi, perdendo meritatamente il primo set e trovandosi sotto di un break nel secondo contro Ruud, prima di ribaltare la situazione a proprio favore, riuscendo a dominare un finale di partita senza storia. Medvedev, invece, ha continuato a giocare in modo inspiegabile. Stiamo parlando di un campione dall’enorme talento, che però ha sempre dimostrato di non sentirsi a proprio agio su questa superficie. Eppure, contro Tsitsipas, il russo ha giocato ancora una volta come se non avesse mai avuto problemi a colpire sulla terra rossa, mettendo in campo giocate da applausi e riuscendo a imporre il peso necessario per dare l’affondo giusto. Rune ha sulla propria racchetta gli scalpi di Fils, Fognini, Popyrin, Djokovic e Ruud: avversari importanti che hanno creato, ciascuno a suo modo, difficoltà notevoli. Di là, invece, il russo porta con sé le vittorie contro Ruusuvuori, Zapata Miralles, Zverev, Hanfmann e Tsitsipas: giocatori ostici, superati brillantemente.
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La chiave dell’incontro sarà senz’altro l’approccio: per Medvedev sarà fondamentale partire forte e non lasciare che Rune possa scappare. Il russo ha sempre dimostrato di avere una lucidità mentale che gli consente di impostare la propria partita sui propri ritmi, ma Rune è un giocatore illeggibile: ha molti schemi e soprattutto passa da momenti di enorme sbandamento a momenti di estrema efficienza in campo, mantenendo però costante la propria capacità di leggere i colpi con grande anticipo. Sarà importante, per entrambi, non lasciarsi influenzare dall’importanza della partita: chi uscirà vincitore da questo scontro metterà una seria ipoteca sulle quote del Roland Garros. È vero, in tre set su cinque è un altro sport, ma quest’anno potrebbe essere l’edizione del rinnovamento (Djokovic permettendo), e vincere a Roma darebbe entusiasmo, per motivi diversi, ad entrambi: Rune otterrebbe un secondo successo in un 1000 e arriverebbe a Parigi con le ali ai piedi, mentre Medvedev dimostrerebbe di poter dire la propria anche sulla terra rossa, vincendo il primo titolo sulla superficie, il quinto del suo 2023 e rinforzando lo status di giocatore da battere. Insomma: lo scontro è apertissimo, l’arena del Foro è calda e i giocatori sono pronti a scendere in campo per darsi battaglia. Non ci resta che attendere e scoprire chi sarà proclamato nuovo re di Roma.
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