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Campioni olimpici laureati, magari con lode. Con questo obiettivo nasce il progetto “Gruppi Sportivi Universitari”, presentato a Palazzo Chigi dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, dal ministro per lo Sport Luca Lotti e dal presidente del Coni Giovanni Malagò, alla presenza del numero uno della Federazione italiana nuoto paralimpico Roberto Valori. L’idea porta la firma dell’olimpionico Niccolò Campriani, quattro medaglie a cinque cerchi in bacheca (tre ori e un argento), ma anche una laurea in ingegneria alla West Virginia University di Morgantown e poi un master in Inghilterra.
“Conoscete tutti la mia storia – ha spiegato il fenomeno del tiro a segno – Ho sperimentato diversi sistemi di ‘Dual Career’, prima negli Stati Uniti e poi in Inghilterra. La mia esperienza mi ha insegnato che le abilità acquisite all’università possono aiutare nel mondo dello sport. Da qui nasce questo progetto, un investimento sugli atleti a tutto tondo: l’Italia ha investito su di me, io ho portato in dote delle medaglie ma non può finire qui, ora cercherò di dare tutto il mio contributo e trasmettere la mia passione”.
All’aspetto economico penseranno i soggetti istituzionali: tre milioni di euro divisi in parti eguali tra Presidenza del Consiglio-Ufficio per lo Sport, Miur e Coni, per sostenere atleti e università che vorranno aderire al progetto. “Vincoleremo il sostegno economico al percorso accademico dei ragazzi – ha precisato Campriani – Vincere Mondiali e Olimpiadi non cambierà le carte in tavola: sarà concesso soltanto uno, o al massimo due anni fuori corso. E poi c’è un secondo punto fondamentale: i ragazzi gareggeranno in rappresentanza della propria università”.
Nessuna concorrenza sleale con i gruppi sportivi militari, come ha tenuto a precisare Luca Lotti: “Non ci sarà competizione, questa è un’opportunità diversa e parallela, di ispirazione anglosassone – ha spiegato il ministro per lo Sport – Questo progetto può diventare un modello in Europa, con l’ambizione di portare qualche nostro atleta sul podio olimpico. Campriani sarà il controllore sotto la regia del governo, sperando che aderiscano molte università e tanti studenti”. “Oggi è una giornata storica – ha rimarcato Giovanni Malagò – Stiamo facendo molte cose insieme al ministero dello Sport e al Miur per colmare il gap tra le nostre università e il mondo anglosassone. Ora è importante scrivere bene le cose nei bandi, definire nel dettaglio i parametri da seguire”.
I bandi saranno pubblicati a breve: il primo dovrà individuare le università giuste. Il progetto partirà dall’anno accademico 2018/2019 e avrà uno sviluppo triennale. “Lo sport contribuisce in modo significativo allo sviluppo armonico, al benessere e alla crescita psico-fisica della persona – ha dichiarato il ministro Valeria Fedeli – Per questo il governo ha deciso di avviare progetti specifici, per dare il giusto sostegno al binomio studio-sport e, in particolare, alle carriere universitarie delle atlete e degli atleti di alto livello, per favorirne l’iscrizione all’università e l’acquisizione di una formazione accademica compatibile con gli impegni sportivi”.