Conference League

Fiorentina, test Basilea per la Conference: Cabral da ex, Terracciano stringe i denti

Arthur Cabral Fiorentina
Arthur Cabral - Foto LiveMedia/Lisa Guglielmi

L’idea della seconda finale stagionale, dopo la Coppa Italia, inizia a stuzzicare non solo la Fiorentina di Italiano, ma anche i suoi tifosi. Lo stadio Franchi si riempie ed è vicino al sold out per la semifinale di andata di Conference League contro il Basilea. Dopo la sconfitta contro il Napoli, la squadra viola cerca il rilancio in campo europeo dove poche volte la Fiorentina ha tradito. Spesso ci sono stati dei black out, ma si sono verificati quando il cammino era già in discesa. Stavolta non sono ammessi passi falsi, ma non sarà facile perché a maggio la stanchezza è grande e la capacità di essere lucidi per 90′ è sempre più rara. Ma allo stesso tempo la voglia di esserci è tanta. La vigilia di gara si è aperta con l’assenza in rifinitura di Terracciano, alle prese con un attacco febbrile che ha costretto Italiano a mettere in preallarme Cerofolini. L’estremo difensore titolare dovrebbe stringere i denti e partire dal 1′. In difesa non ci sarà Milenkovic squalificato, al suo posto spazio a Martinez Quarta insieme a Igor. A sinistra Biraghi, a destra confermato Dodo. Spazio quindi ai titolarissimi. A centrocampo confermata la coppia Amrabat–Mandragora, con Bonaventura in vantaggio su Barak e Castrovilli. Nel tridente Italiano punta sull’estro di Gonzalez e Ikone, mentre al centro dell’attacco toccherà ad Arthur Cabral, ex della partita. Nella scorsa stagione l’attaccante brasiliano segnò 13 gol in Conference (8 nei preliminari) con la maglia del Basilea. Oggi è già a quota 7 in una squadra che è prima per gol segnati (32) e per tiri (217). Serve però il salto di qualità in casa, dove i viola a sorpresa hanno faticato più del previsto. Fuori dalle mura amiche la Fiorentina ha segnato 18 gol e vinto le ultime cinque partite. Al Franchi ha spesso rischiato, come contro il Lech Poznań capace di portarsi sul 3-0 prima della reazione viola. Con la finale in palio, non c’è margine per le distrazioni. L’Eden Arena di Praga è lì che aspetta, la Conference può restare in Italia e la Fiorentina sogna un trofeo in bacheca che manca dal 2001. Sarebbe un delitto non approfittarne nella stagione delle (possibili) due finali.

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