[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
Roger Federer torna a disputare la stagione sulla terra, e comincia la sua avventura dal Masters 1000 di Madrid in corso di svolgimento questa settimana nella capitale spagnola. Il campione svizzero, la cui presenza a Roma per gli Internazionali BNL d’Italia dipende dal risultato del torneo iberico, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui parla alla vigilia del suo esordio.
“È una sfida con me stesso tornare a giocare sulla terra dopo tre anni – commenta Federer -. Le scivolate, gli scambi da fondo, la palla più arrotata… Questo tipo di tennis mi mancava. Che funzioni ancora in partita è tutto da verificare.
SUL RITIRO – “Chi l’ha detto che dovrò ritirarmi il giorno in cui vinco un altro Slam, ammesso che accada? Chi ha detto che dovrà essere un finale da favola? In realtà , potrebbe succedere in molti modi. In vacanza, e non torno più. A un torneo qualsiasi, annunciandolo a sorpresa. Purché sia alle mie condizioni, cioè non dettato da un infortunio, andrà bene. Se avessi inseguito la fiaba, avrei già smesso. Ma sull’argomento sono molto rilassato, le assicuro. Chiudere la carriera non sarà un dramma. Che cosa mi motiva? Da quando ho 6 anni giocare a tennis è la cosa che più mi piace fare al mondo. Ho una moglie fantastica, un team che mi supporta, vinco ancora qualche match dentro stadi pieni di tifo e passione. Non basta?”.
[the_ad id=”668943″]
IL SUO CAPOLAVORO – “Se devo proprio scegliere, direi la finale dell’Australian Open 2017. Perché ha tutti gli ingredienti di un evento irripetibile: io che torno dopo un lungo infortunio senza sapere cosa aspettarmi, una densità di colpi vincenti nel quinto set di cui mi stupisco ancora oggi, Nadal dall’altra parte della rete. È surreale pensare di aver vinto quel torneo. Più che un gran tennista, però, ammetto che mi piacerebbe essere ricordato come un bravo tipo, uno che nel suo sport ha dato tutto, a prescindere dai tornei che ha vinto”.
[the_ad id=”676180″]