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Ci sono alcune date destinare a restare scolpite nella storia del tennis: l’11 giugno 2023 è una di queste. Novak Djokovic ha infatti vinto il Roland Garros per la terza volta in carriera, ma soprattutto ha conquistato il suo 23° slam, staccando Rafa Nadal e diventando il più vincente di sempre. Un traguardo da record per mille motivi, ma che in realtà non sorprende neppure più di tanto. E questa è proprio la cosa più importante che è riuscito a far Djokovic: far passare per normale che un 36enne domini un torneo dello slam, battendo sul suo cammino il numero uno e il numero quattro del mondo, peraltro dopo aver vinto un altro slam a inizio stagione. Non dimentichiamo infatti che oggi Djokovic è diventato il giocatore più anziano di sempre a giocare (e poi anche a vincere) una finale del Roland Garros.
Il 23° slam della carriera inevitabilmente finisce per far passare in secondo piano tanti altri record, eppure ciò che ha fatto Djokovic è clamoroso sotto ogni punti di vista. Grazie al successo odierno, Nole è infatti diventato il primo tennista della storia a vincere almeno tre volte tutti e quattro gli slam. Inoltre, si è garantito il ritorno al numero uno del mondo e, a partire da domani, potrà incrementare il proprio numero di settimane in vetta (già record). Come se non bastasse, Djokovic sale al primo posto della Race e resta in corsa per il Calendar Grand Slam, sfumato nel 2021 per una sola vittoria ma più alla portata che mai per Novak, che non a caso sarà ai nastri di partenza del torneo di Wimbledon da grande favorito.
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Tutti questi numeri e la vittoria odierna fugano inoltre qualsiasi briciolo di dubbio rimasto su chi sia il giocatore più forte della storia. Attenzione, non si parla di GOAT (ovvero ‘il più grande’), ma proprio del migliore di sempre, che non può non essere un campione del calibro del serbo in grado di ottenere risultati straordinari nonostante non sia più un ragazzino. Djokovic ha però conservato un’incredibile fame di vittorie e ha gestito il suo fisico al meglio, ribadendo di essere di un altro pianeta quando si gioca al meglio dei 5 set.
Sulla finale in sé, c’è molto più da dire di quanto non suggerisca il punteggio. Non è stato infatti un comodo 3-0, bensì Nole ha dovuto sudare per ottenere la vittoria. Non a caso il primo set se l’è aggiudicato al tie-break (6 su 6 nel torneo) dopo 1h21′ di gioco e dopo esser stato a due punti dal ko. Nei restanti set, invece, ha dovuto sfoggiare il suo miglior tennis per piegare la resistenza di Ruud, attingendo ai suoi migliori colpi e dando il meglio di sé per spuntarla. Emblematico il finale di match, in cui Djokovic ha conquistato 11 punti di fila e, dopo aver accusato un pizzico di tensione sul match point, ha chiuso poco dopo, lanciando la racchetta e gettandosi a terra con le braccia aperte.
Nonostante la sconfitta, merita una menzione speciale Casper Ruud, che ha sicuramente preso nota dalle sconfitte nelle altre finali slam contro Nadal e Alcaraz e ha reso difficile la vita al serbo. Malgrado la delusione per il ko, Ruud si è giustamente congratulato con il suo avversario, spendendo per lui sincere parole di ammirazione. La scena si è poi ripetuta a parti invertite, con Djokovic che ha elogiato Ruud, facendogli i complimenti per la bella persona che è. Quest’oggi però c’era poco da fare per il norvegese, il quale ha provato a fare il suo ma non ha potuto far altro che assistere alla storia da una posizione privilegiata.
Con il Roland Garros che volge al termine cala il sipario sulla prima parte di stagione, che ha visto come protagonista principale proprio Novak Djokovic, vincitore di entrambi gli slam. Il circuito si sposta ora sull’erba e l’appuntamento principale sarà ovviamente Wimbledon, dal 3 al 16 luglio.
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