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A Pasqua 2020 eravamo in lockdown, il calcio non sapeva ancora se e quando sarebbe ripartito e l’Inter di Conte si leccava ancora le ferite dell’ultima partita giocata a marzo prima della serrata, lo scontro diretto con la Juventus in cui arrivò una sconfitta che di fatto significò abbandonare le speranze di scudetto o quasi. La storia ci dice poi che in realtà i nerazzurri chiusero il campionato con appena un punto di ritardo dai bianconeri, che dal canto loro avevano però gestito e tirato i remi in barca. Ma è proprio dopo la scorsa Pasqua che iniziò il cammino che si è ormai concluso a un anno di distanza, con i nerazzurri in pieno controllo e con entrambe le mani ormai sullo scudetto.
Dal post lockdown in poi, infatti, in campionato sono arrivate tante vittorie, una solidità difensiva ritrovata e un po’ meno polemiche del solito. Nel mentre, la campagna in Europa League che si chiuse solo con una sfortunata sconfitta in finale, mentre brucia ancora il fallimento di quest’anno in Champions. Se però quello era il prezzo da pagare per cucirsi addosso lo scudetto, all’ultimo turning point di questo campionato si può dire che Antonio Conte abbia avuto ragione. Il dna vincente esportato in nerazzurro dalle precedenti avventure ha reso questa squadra ormai quasi una corazzata. E dopo la vittoria contro il Bologna, è una Pasqua più serena che mai: otto punti sul Milan che mercoledì possono diventare undici, ad appena nove giornate dalla fine il titolo è sempre più vicino.
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