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DALL’INVIATO A MOENCHEGLADBACH
“Volevamo dare il cento per cento e lo abbiamo fatto, siamo venuti qui superando molti ostacoli e sapevamo di incontrare una delle squadre migliori al mondo: ĆØ stata una partita di grande sofferenza”. Questa l’analisi del commissario tecnico della Nazionale femminile di hockey su prato, Roberto Carta, dopo la sconfitta per 2-0 contro la GermaniaĀ aĀ Moenchegladbach,Ā andata dello spareggio olimpico. “Siamo riusciti a restare in partita fino allāultimo secondo della partita, poi questo 2-0 rende tutto piĆ¹ difficile – ha proseguito l’allenatore azzurro – Noi ci metteremo ancora il massimo, sperando basti, perchĆ© se la Germania giocherĆ al massimo non sarĆ possibile vincere 3-0″. Il ritorno si giocherĆ domenica 3 novembre alle ore 14 e le azzurre hanno bisogno di una vera e propria impresa: “Per noi avere tre o quattro contropiedi vuol dire fare due gol e ci contiamo molto – ha sottolineato Carta – Questo ĆØ uno sport particolare, ĆØ facilissimo perdere anche 5 o 6 a zero, se la Germania sarĆ al cento per cento ĆØ difficile andare a pressare”.
Ai microfoni di Sportface.it, Carta ha poi proseguito nell’analisi della partita: “Oggi abbiamo lasciato quasi un tempo e mezzo, avevamo unāemozione incredibile. Loro hanno una grande esperienza, per noi ĆØ stato difficile prendere subito le misure e dunque abbiamo sofferto e regalato molto. Non siamo riusciti a uscire bene ma per merito loro, che hanno grandi campionesse. Sapevamo che avremmo dovuto sfruttare qualche contropiede, era lāunico modo per raddrizzare la partita, ma in realtĆ non siamo riusciti a fare azioni pericolose nella loro area. Domani dovremo fare qualcosa in piĆ¹“. Infine anche una nota polemica nei confronti degli arbitri: “In tutti gli sport cāĆØ un poā di sudditanza psicologica nei confronti di chi alle Olimpiadi ĆØ di casa. La Germania ha vinto tanto e gioca in casa: ĆØ ovvio che ci sia rispetto, hanno anche giocatrici di livello internazionale – ha ammesso Carta – ma tante scelte sono state discutibili, ci hanno bloccato un paio di contropiedi che potevano essere pericolosi”.
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