Per tanti tifosi è difficile accettare la brutta situazione di raggiungere le più alte vette per poi sprofondare nel vuoto più totale. Diverse generazioni hanno visto i “Canadiens de Montreal” dominare prima ancora che fosse fondata la National Hockey League. Senza nulla togliere a città come Detroit o stati come il Minnesota, Montreal è vista come una vera e propria “Hockey Town” perché di lì son passati grandi campioni che hanno inciso la storia della franchigia e della nazionale canadese. Ventiquattro Stanley Cup dal 1916, undici in più della seconda in classifica (Toronto Maple Leafs) ed una percentuale altissima di partecipazioni/vittorie che li colloca al secondo posto tra le franchigie più premiate nella storia dello sport americano. La stagione era iniziata bene in cerca del record delle 10 vittorie consecutive, un Carey Price in forma straordinaria, un momento interrotto dall’infortunio proprio del “MVP” della lega. I portieri non possono vincere le partite da soli? Oh si, basterebbe guardare i numeri. Montreal non ha mai avuto una produzione offensiva straordinaria negli ultimi anni (2-3 goal a partita di media) eppure la percentuale delle vittorie è sempre stata innalzata da quel ragazzo lì con il numero 31 in gabbia. Pacioretty non da più quella certezza di rendimento nonostante sia stato nominato capitano ad inizio stagione. Gallagher anch’esso ha perso gran parte della stagione per via di un infortunio e Galchenyuk è comparso più sulle riviste di gossip per via del suo litigio con la ragazza più che sul tabellino delle marcature. Subban ha perso la testa diverse volte ed il suo nome è finito sul mercato nonostante sia bloccato dagli Habs fino alla stagione 2021/2022. Ed ora che fare? A cosa aggrapparsi? Esiste una possibilità di rinascita immediata per questa Montreal? La speranza è quella di trovare un deciso cambiamento entro il 29 febbraio dove il general manager, Marc Bergevin, potrà e dovrà acquistare qualche giocatore importante. I Canadiens occupano attualmente la sesta posizione nell’Atlantic Division e si trovano a -8 dalla zona playoff con 24 partite al termine della regular season. Potrebbe servire un gran goleador o magari un altro portiere che sappia dare garanzie o magari, semplicemente, quella coesione del gruppo che rendeva il tutto così speciale attorno agli Habs. Un gruppo ormai diviso tra i pro-Therrien ed i giocatori che vanno contro ad un allenatore che lascerà la barca a fine stagione.