Luciano Luci è atterrato quest’oggi all’aeroporto di Firenze in arrivo da Kiev. L’ex arbitro italiano si trovava nella capitale ucraina per svolgere il ruolo di designatore nel massimo campionato ucraino, ha raccontato le sensazioni provate in questi giorni: “La prima cosa che voglio dire è gloria all’Ucraina e gloria agli eroi ucraini. Mercoledì scorso dormivo alle 5 di mattina ed ho sentito uno scoppio, ho pensato fosse un compleanno perché gli ucraini di solito quando lo festeggiano fanno i fuochi d’artificio. Allora sono andato in terrazza a fumare una sigaretta ed ho sentito un altro scoppio. A questo punto ho visto le fiamme salire dall’aeroporto di Boryspil dove era stato colpito il radar con dei missili che venivano dal mar Nero. Ho deciso allora di chiamare l’autista e gli ho detto che dovevamo andare via e trasferirci in Polonia, ma dopo 10 chilometri siamo stati fermati perchè c’era un traffico bestiale. Siamo andati allora all’ambasciata italiana e lì i carabinieri piano piano ci hanno fatto entrare. La gente però aumentava di ora in ora e l’ambasciatore Pier Francesco Zazo ha messo a disposizione per tre notti la sua residenza, una villa, per 105 persone. Ogni allarme che sentivamo ci dovevamo trasferire in un bunker, per tre-quattro volte ogni giorno.
Luci poi ha aggiunto: “I primi due giorni ce la siamo vista brutta. Venerdì scorso l’ambasciatore ci ha chiamato e ci ha detto che per chi se la sentiva ci sarebbe stato a disposizione un convoglio dell’Osce che sarebbe partito alle 4 di mattina. In ventisei abbiamo detto di sì, e siamo partiti con un pulmino del ministero degli Interni dell’Ucraina tutto scassato, scortati dalla polizia. Abbiamo passato il confine fra Ucraina e Moldavia, però è stata una brutta avventura. Noi ora saremmo dovuti essere in Ucraina perché avremmo dovuto ricominciare il campionato in questo week-end”