[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Giovanni Malagò, presidente del CONI e membro del CIO, ha parlato a tutto tondo in un’intervista all’Adnkronos. Lo ha fatto alla vigilia dell’apertura dei Giochi Paralimpici invernali di Pechino 2022 che hanno visto il CIO escludere gli atleti russi e bielorussi dopo l’attacco militare in Ucraina. La Russia ha infatti interrotto la tregua Olimpica chiesta dalla Cina, dopo i Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022, ma prima delle Paralimpiadi.
Di seguito le sue dichiarazioni: “Lo sport ritengo abbia fatto i passi giusti nei tempi giusti. Il Cio è stato particolarmente chiaro e molto tempestivo. Anticipando anche decisioni e valutazioni di tanti governi che erano sulla via di definizione di soluzioni ed hanno condiviso in pieno quello che il Cio ha voluto fare’. Un fatto voluto? C’è chi scrive che c’era un patto sotterraneo di aspettare la fine delle Olimpiadi di Pechino, ma non parlo mai per cose di cui non ho certezza. Non mi sento di escluderlo, però devo dire che avendo sentito a più riprese i miei colleghi del mondo paralimpico, c’è una notevole disinformazione sull’argomento. La tregua Olimpica vale fino ad una settimana successiva alla chiusura delle Paralimpiadi. Quindi se uno ha sensibilità nei confronti del nostro mondo, la dovrebbe avere ancora di più nei confronti di chi nella vita ha avuto meno fortuna e che, senza offendere nessuno, per certi versi aspetta quel momento ancora di più di quanto lo aspetta un atleta normodotato. L’Olimpiade è la più grande e importante manifestazione sportiva del mondo, ma è sicuro che uno che gioca a tennis, pallacanestro, basket e pallavolo qualche altra occasione ce l’ha, mentre nel mondo paralimpico quello è veramente il tutto, e credo sia una incredibile mancanza di sensibilità da parte di chi ha ordinato di fare la guerra”.
Nel 1980 gli Stati Uniti, in seguito all’attacco dell’Afganistan da parte della Russia, boicottarono i Giochi Olimpici di Mosca, mentre l‘Italia partecipò come neutrale. Malagò parla della posizione del Bel Paese: “Sarebbe successo lo stesso se fosse scoppiata la guerra prima dei Giochi? Forse anche qualcosa di più. Ci sono due considerazioni da fare: il fatto che l’Afghanistan lo si vedeva come un fatto più lontano e la copertura mediatica è differente, ti fa vivere la guerra 24 ore su 24. C’è un’era geologica tra il 1980 e il 2022”.
[the_ad id=”668943″]
Poi ancora sulla decisione del Comitato Paralimpico Internazionale di escludere gli atleti russi e bielorussi dai Giochi Paralimpici di Pechino 2022, solo 24 ore dopo aver consentito loro di partecipare da neutrali. Le sue parole: “Ero in contatto diretto con l’executive board dell’Ipc, il presidente è un mio amico e componente del Cio, il brasiliano Andrew Parson, e Luca Pancalli fa parte del board. Mi avevano comunicato la loro decisione spiegando che ritenevano, facendo così, di aver preservato i diritti individuali delle persone che di fatto partecipavano come semplici cittadini. Questo succedeva perché gli atleti russi e bielorussi erano già in Cina, essendo arrivati in grande anticipo per via delle normative per il covid. Il Cio aveva sottolineato che quello che le Federazioni Internazionali e l’Ipc non doveva fare era invitare gli atleti ma erano già sul luogo. Poi hanno completamente cambiato opinione, perché una enormità, la stragrande maggioranza, degli atleti delle altre nazioni si rifiutava di gareggiare contro gli atleti della Russia e della Bielorussia. Per cui, pur consci che questa sarebbe stata una decisione, forse ingiusta, era inevitabile tra i due mali scegliere quello minore”.
Poi ha proseguito l’intervista tornando sulla possibile partecipazione di Novak Djokovic agli Internazionali d’Italia di tennis, come detto dalla sottosegretaria allo sport Valentina Vezzali: “Djokovic giocherà al Roland Garros, sarà anche a Roma? Sarei felicissimo. Tutto quello che aiuta l’importanza e la qualità degli eventi sportivi del Paese mi rendono solo che felice. Fino a quel momento avventurarsi in altre questioni mi sembra sbagliato. Avevo detto che non sarebbe stato opportuno che Djokovic giocasse a Roma? Ma ho anche detto che non vedevo l’ora che questa cosa cambiasse. Questo è un discorso che riguarda anche atleti che hanno il vaccino Sputnik. Io dico che non si possono aggirare le leggi. Poi nel momento in cui il Governo eliminerà anche il green pass vorrà dire che il Paese rivede la luce”.
Infine sulla possibilità di commissariare la Lega Serie A: “Lega calcio Serie A cerca nuovo presidente? L’ambiente lo conosco molto bene. Ci sono anche molti amici di lunga data. A me dispiace, credo che sostanzialmente il tema, non è tanto nella scelta di una persona o sul fatto di chi è il proponente. Il problema è direi di mentalità. Io fui protagonista di un cambio di statuto, di modello di governance che di fatto implica che ci sia un organo che li rappresenta, invece penso che c’è ancora una resistenza, legittima ma secondo me sbagliata, di un Istituto che è l’Assemblea che in qualche modo fa si che ancora ognuno, malgrado la governance, ritiene sia più giusto impostare la cosa attraverso la propria valutazione dei problemi. Nessun modello è replicabile, ma quando fai dei paragoni con le cose che funzionano nel mondo, vedi che quelle che hanno successo, come ad esempio le Leghe professionistiche americane, hanno una persona, il commissioner che porta avanti gli interessi di tutti. Se poi non gode più della fiducia l’Assemblea viene sfiduciato ma finché c’è lui lo si deve lasciar lavorare. Se la persona la vuoi condizionare si ritorna alla questione della mentalità”.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”676180″]