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Una lunga lettera è stata pubblicata sui social da Thomas Bach, che per la seconda volta dall’inizio del conflitto in Ucraina si è rivolto al movimento olimpico. Il presidente del Comitato olimpico internazionale ha condannato la violazione della tregua olimpica, sottolineando lo choc del mondo per “le immagini e notizie terrificanti dell’invasione da parte dell’esercito russo”. Secondo Bach, la decisione di chiedere la sospensione degli atleti russi e bielorussi è stata necessaria perchè “questi avrebbero gareggiato per i titoli, mentre gli atleti ucraini non avrebbero potuto farlo. Avremmo poi assistito alla politicizzazione delle competizioni e c’erano rischi per la sicurezza per gli atleti a causa dell’emergere di profondi sentimenti antirussi”.
Il presidente del Comitato olimpico ha respinto le accuse di chi parla di fine della neutralità politica del Cio: “E’ una trappola in cui non cadiamo. Chiunque violi la tregua olimpica con azioni militari non può denunciare le conseguenze che ne derivano affermando che sono politicamente motivate”.
“Ogni giorno siamo più devastati vedendo tanta sofferenza, disperazione e distruzione. Milioni di ucraini, per lo più donne e bambini, hanno dovuto fuggire dai brutali atti di guerra verso altri Paesi. La comunità mondiale ha reagito in un modo senza precedenti a quello che viene considerato un punto di svolta nella storia mondiale. L’ invasione ha cambiato il mondo, ma non i nostri valori – conclude Bach –. Ha rafforzato l’attaccamento ai nostri valori di pace, solidarietà e non discriminazione nello sport, qualunque sia il motivo”.
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