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Diletta Leotta: “Il libro? L’idea mi è venuta durante il lockdown. Non è mai esistito alcun video hard”

Diletta Leotta

“Nei mesi del lockdown ho riflettuto, quando ho avuto il tempo per guardarmi dentro. E ho tenuto questo ‘diario’, scrivendo ciò che ho provato nei momenti più difficili della mia vita”. Così Diletta Leotta, conduttrice di DAZN e Radio 105, racconta in una lunga intervista ai microfoni di Tv Sorrisi e Canzoni di com’è nata l’idea di scrivere il suo libro che sarà presto in vendita. “Nel 2016 mi è stato hackerato il telefonino e alcune mie foto sono finite in rete. A luglio del 2019 poi sono stata ricattata via sms nel cuore della notte. Il messaggio era: ‘Hai 8 ore di tempo per consegnare 30 mila euro, altrimenti diffondiamo un filmato intimo che ti riguarda’. Non esisteva nessun video, ovviamente – prosegue la conduttrice sportiva descrivendo gli episodi che l’hanno segnata di più – La storia degli scatti rubati è stata come una spada che mi ha trafitto, mi sentivo violata. Al ricatto, invece, ho avuto paura delle minacce, ero frastornata. Ma ho chiamato immediatamente la poliziotta che mi aveva aiutato con il caso precedente e alla fine tutto si è risolto“. Una vita, quella della Leotta, sempre al centro del gossip che molto spesso si fa anche troppo insistente, ma la bella conduttrice riesce a sdrammatizzarci sopra: “Fa parte del mio lavoro che si parli delle mie relazioni, lo accetto. Anzi una mattina ho addirittura portato i cornetti per colazione ai fotografi, perché pure loro lavorano. Ma c’è una linea sottile che non va superata. Io ho avuto i droni sul terrazzo, ho subìto furto in casa”. 

Sul fronte lavorativo, il 19 settembre inizierà il campionato di Serie A, ma per cause di forza maggiore sarà diverso rispetto a quelli passati: “Non è un ritorno alla normalità, è una nuova normalità. Il calcio giocato a porte chiuse con gli stadi vuoti non è la stessa cosa. Ma ci sono regole anti-contagio da rispettare con scrupolosità finché sarà necessario. Io non vedo l’ora di ricominciare, di sentire l’odore del campo. La mia prima partita sarà Hellas Verona-Roma. E a chi si ostina a dire che una donna non possa parlare di calcio, la Leotta ha proseguito: “Come si combatte il maschilismo? Con tre ‘parole d’ordine’ sicure: competenza, professionalità, credibilità. Io mi sono concentrata sugli attestati d’affetto e stima. Lo consiglio a tutti: i messaggi negativi ci fanno male, ma se prestiamo attenzione a quelli positivi, scopriamo che in realtà sono molti di più. Alle ragazze che sognano di fare il mio mestiere consiglio di studiare tanto. E di non arrendersi alle prime porte in faccia. Ci sono passata anch’io: non bisogna mollare, né forzare i tempi. L’esperienza indicherà la strada giusta da seguire”.

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