Mancano ormai poche ore allo US Open 2019 di golf, terzo major stagionale giunto quest’anno alla 119esima edizione. Spettacolare scenario di gioco il percorso del Pebble Beach Golf Links, che torna ad ospitare l’Open per la prima volta dal 2010. Presenti praticamente tutti i migliori del ranking mondiale, a cominciare proprio dal numero uno Brooks Koepka che per vari motivi sarà anche stavolta l’uomo da battere.
US OPEN 2019: IL MONTEPREMI DEL TORNEO
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Lo statunitense infatti, vincitore delle ultime due edizioni, ha trionfato anche nel recente PGA Championship di Bethpage Black e va a caccia di un record storico. L’unico giocatore in grado di vincere tre US Open di fila è stato infatti lo scozzese Willie Anderson, nel lontanissimo triennio 1903-1905. Un’impresa che ripetuta nel ventunesimo secolo avrebbe una valenza davvero inestimabile. Tra i principali avversari di Koepka c’è senza dubbio Dustin Johnson, già vincitore nel 2016 e anche a caccia di un possibile ritorno al numero uno del ranking mondiale. In forte rialzo le quotazioni di Rory McIlroy, che domenica scorsa si è imposto nel Canadian Open al termine di uno spettacolare giro finale in 61 colpi. Il nordirlandese potrebbe finalmente tornare in lizza per un successo major.
Occhi puntati ovviamente anche su Tiger Woods, tornato a vincere un major con il Masters di quest’anno. La Tigre, che ha vinto l’ultimo US Open nel 2008 a Torrey Pines, ha ricordi splendidi a Pebble Beach: qui nel 2000 Woods ottenne una delle sue vittorie più incredibili, vincendo lo US Open con 15 colpi di vantaggio sui secondi classificati (Els e Jimenez). I segnali delle ultime settimane sono positivi e Tiger potrebbe davvero essere in lizza fino alla fine per le prime posizioni. Molti altri i giocatori attesi, come Rickie Fowler, Justin Thomas, Xander Schauffele, Bryson DeChambeau e Matt Kuchar, oltre all’inglese Justin Rose.
Quando si parla di US Open, impossibile poi non menzionare Phil Mickelson che anche quest’anno proverà a coltivare il sogno del Career Grand Slam per spezzare la “maledizione” che lo ha visto chiudere questo torneo al secondo posto per ben sei volte. Per il mancino di San Diego gli anni migliori sembrano ormai alle spalle, ma il suo talento potrebbe fare la differenza a Pebble Beach, specie in condizioni di gioco difficili.
GLI ITALIANI – Dopo diverso tempo, l’Italia torna a schierare due giocatori in un major. In extremis si è infatti aggiunto a Francesco Molinari anche Renato Paratore, qualificatosi nella consueta “maratona” di 36 buche di qualificazione a Walton Heath in Inghilterra. Per il romano classe 1996 si tratterà dell’esordio assoluto in un major, una straordinaria occasione per fare esperienza senza avere niente da perdere.
Ovviamente è diversa la situazione di Francesco Molinari, numero 6 del mondo: “Chicco” giocherà i primi due giri con Koepka e anche stavolta è atteso ad una prova importante. Il piemontese ha avuto un fisiologico momento di pausa dopo una primavera da sballo culminata con il quinto posto del Masters, ma adesso è pronto a ripartire ai massimi livelli. Storicamente va anche detto che lo US Open sembra essere il major meno amato da Molinari, che in nove precedenti apparizioni ha mancato il taglio in quattro occasioni (tra cui nell’edizione 2010 giocata a Pebble Beach). Il miglior risultato è il 23° posto a pari merito del 2014 (unico major senza top-20). Adesso però è tutto un altro Francesco, con tre top-10 negli ultimi quattro Slam giocati.